C’è conflitto tra la visione di una metropoli moderna, digitale e quella di una città che conserva il tessuto dell’economia tradizionale? C’è una narrazione politica che ce lo fa credere, ma un approccio più lucido, invece, ci fa comprendere come temi urbani critici e perfino emergenziali, quali la sicurezza, il lavoro, la mobilità, il decoro, siano affrontabili solo considerando la città come un equilibrio di economie e di dinamiche. Su questa visione amministrativa e non politica, si è incardinato il Forum dell’Economia Urbana di Milano, dedicato all’Economia di Prossimità, mettendo al centro del dibattito, esperienze, testimonianze e progetti degli attori diretti.

Il modello metropolitano

“Abbiamo voluto ragionare, concentrandoci sull’aspetto fondamentale della disponibilità di spazi per l’impresa diffusa, indipendente e di prossimità all’interno delle trasformazioni urbane, che da un lato rischiano di rendere gli spazi economicamente inaccessibili, e dall’altro necessitano di mantenere appunto un’identità ai luoghi, che passa innanzitutto dalla mixitè funzionale e dalla presenza di un’offerta di servizi e commercio di qualità – spiega Enrico Brambilla, Segretario Generale Apa Confartigianato Imprese Milano Monza e Brianza – Proprio nel contesto del Forum dell’economia urbana del comune di Milano abbiamo presentato un nostro Manifesto (‘Milano città senza botteghe?’) che con un titolo un po’ provocatorio cerca di aprire una discussione seria sulla convivenza tra grande città e artigianato”. Ecco comparire un concetto che sembra spesso mettere in crisi il modello metropolitano: identità. L’economia destrutturata, l’abbandono delle nuove generazioni e la crescita delle comunità straniere. Ma anche la convivenza stridente tra un centro in evoluzione edilizia e le periferie prigioniere del degrado, sembrano allontanare sempre più un’identità avvertita come necessaria.

I quartieri, anima della città

Per Marco Barbieri, Segretario Generale Confcommercio Milano Lodi Monza e Brianza, “i quartieri sono l’anima vitale delle città, hanno spesso identità ben definite e caratteristiche peculiari che li rendono unici e identificano i loro abitanti. Comprendere queste dinamiche significa prevedere le evoluzioni delle città. Digitale, evoluzione tecnologica e globalizzazione hanno messo a dura prova il commercio di vicinato negli anni ma è stato durante la pandemia che ne abbiamo riscoperto l’importanza”. Si parla di un’economia che ha un fortissimo impatto sulle reti sociali. Laddove economia dei servizi e smart working paiono aver indebolito i legami di comunità, proprio l’impresa di prossimità, nella sua declinazione più moderna, li può restituire. C’è poi il tema dell’integrazione. Dare strumenti per l’impresa e per il suo sviluppo significa evitare che si formino economie di prossimità chiuse all’interno di comunità straniere, isolate da un contesto di crescita comune. Su questo interviene Marco Accornero, Segretario di Unione Artigiani di Milano e Brianza, per il quale “occorre consolidare questa sempre più rilevante presenza, nella pienezza del rispetto delle regole, dell’artigianato. Per questa ragione lanciamo la proposta di istituire una cabina di regia pubblico-privata dedicata agli aspiranti e ai già imprenditori migranti che metta insieme le istituzioni e le esperienze di enti, associazioni e terzo settore, in alleanza con la rete consolare della città. Per gli italiani oggi fare impresa è meno difficile ma gli stranieri che vogliono diventare imprenditori fanno fatica anche solo ad aprire un conto corrente”.

Il Forum

L’esperienza di questo Forum, dice che una strada da percorrere c’è e che le realtà associative ne sono consapevoli. Ora si rende necessario mettere in comune strumenti, prospettive e soprattutto far comprendere ai protagonisti dell’economia di prossimità che sono dentro il futuro della metropoli. “Fare rete è il primo passo per conoscere potenzialità e difficoltà di un settore, per confrontare e condividere idee e soluzioni e per arrivare ad adottare buone pratiche: per questo ho fortemente voluto che il primo Forum dell’Economia Urbana fosse il più possibile collaborativo, trasversale, ricco di voci e di testimonianze, tra cui i contributi di altre città europee come Barcellona, nominata capitale del commercio di prossimità 2024 – spiega l’assessora alle Politiche del Lavoro e allo Sviluppo Economico Alessia Cappello – Negozi, botteghe e imprese di prossimità garantiscono qualità della vita e presidio sociale nei quartieri, caratterizzano la città a 15 minuti che vogliamo migliorare sempre di più e sono un’opportunità di impresa e lavoro”.

Mario Alberto Marchi

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