Impossibile identificare gli autori
Molestie al raduno degli Alpini di Rimini, l’inchiesta si sgonfia: pm chiede archiviazione, solo una ragazza ha denunciato
Le denunce via social per giorni hanno occupato le prime pagine dei giornali e il dibattito politico, ma alla prova del tribunale tutto si è sgonfiato. La Procura di Rimini ha chiesto infatti l’archiviazione dell’indagine sulle molestie denunciate da una 25enne durante l’adunata degli Alpini tenuta a Rimini lo scorso maggio.
A confermarlo è stato il procuratore capo di Rimini, Elisabetta Melotti: richiesta di archiviazione dovuta alla non identificazione dei presunti autori delle molestie a due mesi dai fatti. Nella zona in cui sarebbero avvenuti i comportamenti illeciti le telecamere di sorveglianza coprivano solo parzialmente l’area, non permettendo il riconoscimento degli autori.
Non solo. L’unica testimone oculare della 25enne, un’amica della giovane non sarebbe stata in grado di riferire particolari utili all’identificazione degli autori delle molestie. Pochi giorni dopo l’adunata degli Alpini, tenutasi dal 6 all’8 maggio, la vittima aveva sporto denuncia tramite il proprio avvocato: ai carabinieri aveva raccontato che mentre si trovava a passare attraverso un gruppo di alpini sarebbe stata strattonata e attirata verso un gruppo di uomini con frasi sessualmente allusive, il cosiddetto catcalling.
La Procura aveva quindi aperto un fascicolo per molestie, ma dopo settimane di indagini è arrivata la richiesta di archiviazione: la decisione finale spetterà al Gip.
Sui social nei giorni successivi all’adunata erano state centinaia le segnalazioni di molestie da parte degli Alpini presenti a Rimini per la tre giorni di festa che avevano portato nella città della riviera oltre 90mila ‘penne nere’, molte di queste raccolte dall’associazione ‘Non una di meno’ di Rimini. Eppure dalle denunce social a quelle ‘reali’ lo scarto è stato enorme: solo una ragazza aveva presentato formale denuncia, contro ignoti.
La richiesta di archiviazione è stata ovviamente accolta con soddisfazione da Sebastiano Favero, presidente dell’Ana, l’Associazione Nazionale Alpini: “Con grande amarezza dico che invece di generalizzare su un’intera associazione che ha dimostrato in tutti questi anni i suoi valori e i suoi ideali bisognerebbe essere più cauti. Invece, purtroppo, si sparano sentenze senza avere alcuna prova e poi non si ha neanche il coraggio di chiedere scusa“, ha detto all’Adnkronos.
A chiedere le “scuse” anche l’assessore regionale del Veneto Elena Donazzan, di Fratelli d’Italia, che a polemiche ancora calde si era fatta notare anche per aver dichiarato che “io sono contenta se uno mi fischia dietro”. “Questa archiviazione – le parole della Donazzan – scrive la parola fine su questa ignobile vicenda: è rimasto però il fango, che pesa sui cuori dei nostri alpini e delle loro famiglie. Io mi auguro e mi aspetto che tutte coloro che si sono lavate la bocca ed in maniera improvvida e colpevole hanno lanciato accuse o insinuato dubbi sugli alpini ora chiedano scusa”.
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