Si parla molto da qualche giorno in Italia di “cat calling”. Il dibattito è partito da una denuncia di Aurora Ramazzotti. La figlia del cantante Eros Ramazzotti e della showgirl Michelle Hunziker, classe 1996, ha denunciato questo fenomeno. Si definisce “cat calling” quel fenomeno di lanciare apprezzamenti, genericamente con allusioni di tipo sessuale, in strada con modi di dubbio o cattivo o pessimo gusto nei confronti di donne e ragazze.

La denuncia in una stories sui social di Aurora Ramazzotti: “Ci rendiamo conto che nel 2021 succeda ancora, di frequente tra l’altro, il fenomeno del catcalling. Sono l’unica che ne è vittima costantemente nonostante sia anche una che si vesta un po’ da maschiaccio. Ma appena mi metto una gonna o, come in questo caso, mi tolgo la giacca sportiva, perché sto correndo e fa un cacchio di caldo, io debba sentire i fischi, i commenti sessisti, le schifezze. Mi fa schifo. E se sei una persona che lo fa, perché stati vedendo questa storia o ti arriva in qualche modo, sappi che fai schifo”.

La parola “cat calling” è un prestito integrale dall’inglese. La prima attestazione risale al 1956, come ricorda l’Accademia della Crusca. Si forma dal verbo to catcall, documentato già a partire dalla seconda metà del Settecento per indicare i fischi di disapprovazione verso gli artisti a teatro. Il sostantivo catcall ha letteralmente il significato di “verso che i gatti fanno di notte”. E quindi si riferisce ai vari fischi, apprezzamenti, grida, commenti volgari nei confronti di ragazze e donne e del loro corpo.

Il governo francese nel 2018 ha approvato una legge che dichiara punibile il cat calling su strade o mezzi di trasporto pubblico con multe fino a 750 euro, oltre a una mora per comportamenti perfino più aggressivi. Anche in altri Paesi il comportamento è punito. In Italia non esiste un reato per punire il cat calling. D’altronde sarebbe più opportuno agire sulla cultura nella quale nasce un atteggiamento offensivo piuttosto che aggiungere un’altra punizione senza alcun tipo di prevenzione.

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Giornalista. Ha studiato Scienze della Comunicazione. Specializzazione in editoria. Scrive principalmente di cronaca, spettacoli e sport occasionalmente. Appassionato di televisione e teatro.