Figlia del celebre Vittorio Gassman e sorellastra di Alessandro, Paola Gassman si è spenta all’età di 78 anni. A darne l’annuncio è stato il marito, Ugo Pagliai, anche lui grande nome del teatro italiano. Era malata da diverso tempo.

L’annuncio della sua morte è arrivato ieri sera – martedì 9 aprile – dal compagno di una vita, l’attore Ugo Pagliai, insieme ai loro figli Simona e Tommaso. Figlia d’arte, Paola Gassman è cresciuta in un ambiente ricco di talento e creatività, con il padre Vittorio Gassman e la madre Nora Ricci, entrambi affermati attori di prosa.

La famiglia Gassman: una famiglia allargata e piena di talento

Paola era parte di una famiglia allargata composta dai numerosi figli di suo padre Vittorio, tra cui anche Alessandro Gassman, figlio della terza moglie del “Mattatore”. Stando a quando si apprende dall’Ansa, era malata da qualche tempo e il decesso sarebbe arrivato in seguito a un improvviso peggioramento delle sue condizioni di salute.

Da anni, insieme al marito Ugo Pagliai, che insieme ai figli Tommaso e Simona, avuta dall’ex marito Luciano Virgilio, ha diffuso l’annuncio della scomparsa, era protagonista della scena teatrale italiana. Al teatro, infatti, ha dedicato la sua intera vita, rarissime le apparizioni televisive, se non in qualche commedia.

Una vita dedicata al teatro

Inizia, da giovanissima, dopo aver frequentato l’Accademia d’arte drammatica Silvio d’Amico, nella compagnia Teatro Libero di Luca Ronconi, ed è stata una delle protagoniste del celebre Orlando Furioso, tra gli spettacoli più noti e impegnativi diretti dal maestro, e portato in tour nei principali teatri dello stivale e d’Europa. Proseguì la sua carriera, prendendo parte ad un altro spettacolo di Ronconi, ovvero La tragedia del vendicatore, a cui seguì un lavoro teatrale diretto però da Lina Wertmuller, ovvero Cucina.

Successivamente entra nella compagnia Brignone-Pagliai, tirata su proprio dal marito, dove debuttò con gli spettacoli Spettri di Ibsen e Processo di famiglia di Fabbri. Durante la sua carriera fu diretta anche da suo padre Vittorio in ben tre spettacoli, ovvero Cesare o nessuno, Fa male il teatro e Bugie sincere, senza mai lasciare la compagnia. Negli anni, infatti, affiancata dal marito ha messo in scena molti spettacoli appartenenti alla tradizione teatrale italiana, con un occhio particolare per Pirandello, di cui ha messo in scena Liolà; Il piacere dell’onestà; L’uomo, la bestia e la virtù; Ma non è una cosa seria, ma non sono mancati anche altri drammaturghi come Goldoni, Feydeau, Svevo e anche Shakespeare. Negli ultimi anni della sua carriera si era dedicata anche alla poesia, insieme al marito e si era poi cimentata nella scrittura firmando l’autobiografia Una grande famiglia dietro le spalle.

Paola Gassman e Ugo Pagliai: 54 anni di amore

Lui l’aveva notata per una gonna a scacchi e una camicetta primaverile. “Abbiamo iniziato a stare insieme per un caffè, poi ci siamo frequentati per una settimana, poi per un anno, poi trent’anni e poi… Credo di aver battuto tutti i record”.

Ugo Pagliai rivela in una lunga intervista: “Le avevo messo gli occhi addosso quando ero all’Accademia Silvio d’Amico. Era venuta a vedere uno spettacolo e ricordo esattamente com’era vestita: bellissima allora, così come lo è ancora oggi, con qualche anno in più. Dissi tra me e me: che bellezza questa ragazza! Anche io ero carino, all’epoca, e avevo delle corteggiatrici”.

E Paola Gassman replica: “Ero andata ad assistere al saggio dell’attore Luciano Virgilio, che sarebbe diventato poi il mio primo marito. Ugo era seduto in sala e, al termine della rappresentazione, non ci siamo nemmeno presentati. Ci rincontrammo dopo tre anni e io, nel frattempo, mi sono sposata e anche divisa da Luciano”.

Il rapporto tra Pagliai e Vittorio Gassman

“Non mi sono mai confrontato con il “monumento Gassman”, sono entrato nella normalità della loro famiglia. Molti anni dopo, durante una cena silenziosa, tra me e lui, non dico che mi abbia provocato timore, ma fu imbarazzante. Eravamo a Milano per rispettivi impegni e decidemmo di mangiare insieme: non disse una parola. Vittorio era fatto così: capace di una vitalità travolgente, di una sfrenata allegria e poi, all’improviso, si chiudeva in sé stesso, come se si mettesse addosso un mantello nero per non vivere”

Redazione

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