Questa notte, a Parigi, si è spento a 90 anni il filosofo e docente Toni Negri, storico leader di Autonomia Operaia nel contesto “degli anni di piombo”. La moglie, Judit Revel, ha annunciato il decesso, confermato anche da Oreste Scalzone, ex leader di Potere Operaio. La figlia Anna ha condiviso la notizia su Instagram insieme a una foto che la ritrae con il padre.

Nato il primo agosto 1933, Negri è stato protagonista nel panorama politico e intellettuale come filosofo, politologo e attivista. Da figura di spicco del marxismo operaista, si è concentrato sull’analisi del ruolo del lavoro nella società capitalistica. Negli anni ’80, è stato coinvolto in controversie legali legate alle sue attività politiche.

Il processo 7 aprile e l’espatrio in Francia

Accusato di partecipazione ad atti terroristici e insurrezione armata, ha affrontato processi, incluso il noto processo 7 aprile. Anche se assolto da alcune accuse, è stato condannato a 12 anni di carcere per associazione sovversiva e concorso morale nella rapina di Argelato (Bologna). Tornato in Italia nel 1997 dopo essere stato eletto alla Camera dei deputati con il Partito Radicale, Negri ha goduto dell’immunità parlamentare. Successivamente è espatriato in Francia, dove ha insegnato presso diverse istituzioni accademiche. Nel 2002, ha fatto ritorno in Italia e ha scontato la pena fino al 2003. La sua pubblicazione del 2002, “Impero”, è uno dei suoi saggi più noti e critici sulla globalizzazione liberale.

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