La flotta russa ha aumentato la propria attività nel Mar Mediterraneo così come costantemente tracciato dal sito Itamilradar, che dal 2016 monitora voli militari e spostamenti marittimi sull’Italia e sul Mar Mediterraneo. Il fenomeno è ben noto e monitorato da tempo dalla Marina Militare italiana con il capo di Stato Maggiore della forza armata, ammiraglio Enrico Credendino, che pochi giorni fa aveva riferito alle Camere di un “aumento impressionante” della flotta di Mosca nel Mediterraneo, con una decina di unità ed un atteggiamento “aggressivo” che potrebbe anche causare incidenti.

Itamilradar riferisce della presenza del tanker (navi cisterna, petroliere) ‘Akademik Pashin‘ e della fregata ‘Ammiraglio Kasatonov‘ che stanno navigando attualmente nel Canale di Sicilia provenienti dal porto siriano di Taurus e dirette verso l’Atlantico, attraverso lo Stretto di Gibilterra, per poi tornare in Russia. La ‘Pashin’ e la Kasatonov’ potrebbero esssere presto sostituite dal tanker ‘Kama’ e dalla fregata ‘Ammiraglio Gorshkov’ che entreranno a breve nel Mediterraneo attraverso il canale di Suez.

Quest’ultima è l’unica al mondo dotata di missili ipersonici. Secondo quanto riferisce Repubblica, la Gorshkov è partita dalla Scandinavia e ha solcato tutto l’Atlantico per compiere esercitazioni a Città del Capo assieme alla marina sudafricana e a quella cinese. Adesso dovrebbe puntare verso nord e percorre il canale di Suez per arrivare in Siria. Il suo ingresso nel Mediterraneo potrebbe alimentare nuove sfide di “guerra elettronica” per analizzare le frequenze dei sistemi radar utilizzati per gestire i missili ipersonici Zirkon.

Inoltre nei giorni scorsi un’altra nave, la ‘Kola‘, è entrata nel mar Mediterraneo da Gibilterra e adesso si trova nel mar Jonio tra le coste calabresi e l’isola greca di Corfù.  Si starebbe dirigendo verso Nord e potrebbe entrare presto nel mar Adriatico dove si trova anche il gruppo ‘Combat strike‘ della portaerei americana ‘George Bush’.

Una mossa quella della flotta di Vladimir Putin per rimarcare la propria presenza anche nel Mediterraneo, facendo salire ai massimi livelli l’attenzione della Marina italiana e di conseguenza della Nato.

 

 

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