La Malmaison era il locale più esclusivo. Il privé di fronte alla Gintoneria Via Napo Torriani a Milano, la strada dei locali di Domenico Lacerenza e dell’ex Stefania Nobili, dalla saracinesca abbassata e dalle notti proibite. Al suo interno i clienti più facoltosi erano disposti a spendere cifre dai cinquemila euro in sù per incontrare “le cavalle”, prezzo che saliva alla presenza dei “missili”, o con “la bomba”.

Le cavalle e la bomba

Il linguaggio in codice del “King”, 59 anni, ex compagno della figlia di Wanna Marchi, star dei social, era questo. Non proprio lo stesso che usava anni fa al banco di ortofrutta dove lavorava insieme ai suoi cugini né indecifrabili. Le cavalle erano le prostitute, un giro di ragazze del quale – stando alle accusa – Lacerenza sarebbe stato il gestore, i missili erano le bottiglie di champagne, la bomba invece era la cocaina, bianca o rosa, il pezzo forte oltre alla bamba che accompagnava le serate al night. Il “re” non era da solo nel suo giro, con lui anche il factotum, Davide Ariganello.

Il listino prezzi e le consegne a domicilio

Il listino prezzi per i clienti partiva da cinquecento euro, per il ‘soppalco intimo’, ma in una notte se ne riuscivano ad incassare anche centomila. Dal racconto di uno dei clienti abituali, i pacchetti completi andavano dai tre ai diecimila euro. Il pezzo forte erano le consegne a domicilio, tra super alcolici e prostitute. 4 ‘missili’ e 4 ragazze ne fruttavano 70. Tra le giovani coinvolte, stando a quanto scritto dal gip, anche una minorenne. Viene menzionata nel capitolo sulle esigenza cautelari: “a lei venivano offerte e cedute sostanze”.

Il cambio vita di Lacerenza

Un ricco business che a Lacerenza è valso il cambio vita: followers e business sui social con 250 mila followers su Instagram, pranzi e cene in ristoranti di lusso fino ad una Ferrari con suo nome stampato sul cofano. “Neanche una ventenne mi tiene testa” scriveva sui social mostrando la degustazione di vini e cene costose. “Prima o poi li arresteranno tutti”, profetizzava Wanna Marchi. Ai domiciliari, insieme a Lacerenza e ad Ariganello è finita anche la figlia, mentre altre due persone risultano indagate, sempre con le accuse di autoriciclaggio, favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione e spaccio. E quando le forze dell’ordine hanno bussato alla sua porta, l’unica preoccupazione di Lacerenza era una cena già fissata con ‘il colonnello’. Le priorità.

Redazione

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