Angelo Vassallo, il “sindaco pescatore“, ucciso perché era venuto a conoscenza di un traffico di droga che gravitava attorno al porto di Acciaroli. E’ questa l’ipotesi investigativa che ha portato, a 12 anni dall’omicidio, la Procura di Salerno a indagare nove persone per omicidio e associazione a delinquere finalizzata al traffico di droga. Nelle scorse ore i carabinieri del Ros di Roma e quelli di Salerno hanno eseguito un decreto di perquisizione nei confronti degli indagati ritenuti coinvolti nell’omicidio del sindaco di Pollica, comune cilentano in provincia di Salerno.

Vassallo venne ucciso a colpi d’arma da fuoco la notte del 5 settembre 2010, ad Acciaroli, mentre tornava a casa a bordo della sua auto. Poche settimane dopo avrebbe compiuto 57 anni. Le nuove indagini, spiega il procuratore di Salerno Giuseppe Borrelli in una nota, riguardano anche “lo svolgimento e le reali finalità” di una serie di attività investigative messe in atto subito dopo il delitto, e senza delega da parte della competente Procura salernitana, “che ebbero quale effetto quello di indirizzare le investigazioni nei confronti di soggetti risultati poi del tutto estranei all’omicidio”.

Il decreto di perquisizione si basa su “una parte degli elementi raccolti in più di un decennio di attività investigative svolte dalla procura di Salerno fin dall’indomani del delitto. Indagini che hanno beneficiato, peraltro, di un proficuo collegamento investigativo con la Direzione distrettuale antimafia di Napoli”. Il procuratore della Repubblica di Salerno precisa che le ultime ipotesi investigative sono “suscettibili di ulteriore verifica nel corso del procedimento, anche alla luce delle complessive acquisizioni probatorie, tuttora coperte da segreto investigativo”.

Tra gli indagati – così come riporta l’agenzia Agi – il colonnello dei carabinieri, Fabio Cagnazzo, all’epoca dei fatti in servizio a Castello di Cisterna e in vacanza ad Acciaroli. La sua abitazione a Frosinone è stata perquisita. Il militare era stato già indagato in passato prima dell’archiviazione chiesta dagli stessi pm di Salerno. Tra i primi ad arrivare sul luogo del delitto, Cagnazzo aveva acquisito le immagini di videosorveglianza presenti nel porto cilentano giustificando l’iniziativa con l’esigenza di salvaguardare i filmati.

Anche un ex brigadiere dei carabinieri risulta tra i nove indagati: si tratta di Lazzaro Cioffi, condannato in primo grado a 15 anni per concorso esterno in associazione mafiosa per i suoi rapporti con i trafficanti di droga del Parco Verde di Caivano (clan Sautto-Ciccarelli). Era a capo della speciale squadra alle dirette dipendenze del comandante del nucleo investigativo di Castello di Cisterna, Cagnazzo. Per l’omicidio del sindaco pescatore alcuni carabinieri agli ordini di Cagnazzo acquisirono in maniera del tutto irrituale alcune immagini di una telecamera di sicurezza. Il dubbio dei pm salernitani è che Cioffi fosse ad Acciaroli così come Cagnazzo.

Tra gli indagati – riporta invece Il Mattino – ci sarebbe anche Giuseppe Cipriano, un imprenditore di Scafati che all’epoca dei fatti gestiva il cinema di Acciaroli.

 

Redazione

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