Alessandro Impagnatiello viene interrogato per la prima volta, un anno dopo aver assassinato Giulia Tramontano. Aveva chiesto ai suoi legali di voler parlare, chiarire, e dare una spiegazione: “anche se impossibile”. In un’aula gremita e in presenza dei familiari della vittima – con Chiara Tramontano, sorella di Giulia, che esce prima che l’imputato inizi – racconta come ha ucciso e occultato il cadavere della 29enne morta a Senago 365 giorni fa.

La relazione con Giulia e la storia parallela con A.

“Ho ucciso Giulia e ho occultato il suo cadavere”. Il tutto parte da quella sera del 27 maggio per poi fare un salto all’indietro. “Ho conosciuto Giulia sui social nel gennaio 2021, era ancora la fase di pieno Covid. Iniziammo a parlare senza impegno, poi mi chiese di incontrarci e abbiamo iniziato a vederci. A marzo inizia la nostra relazione, a novembre andiamo a vivere insieme”. Nel frattempo, Alessandro inizia una storia con un’altra donna: “Ho incontrato A. nell’estate 2022, Giulia inizia a sospettarne nell’ottobre ‘22. Giulia mi dice di essere incinta verso novembre del 2022, A. me lo comunica all’inizio del ‘23. Quando Giulia mi disse di aspettare un bambino è iniziata per me una fase confusionaria di stati d’animo”. Racconta di aver portato avanti una doppia vita, “e questa finta realtà nella mia testa”.

La gravidanza

Poi ammette di aver falsificato il test del Dna per far credere all’amante di non essere il padre del bimbo di cui era incinta Giulia.  Racconta anche di quel pomeriggio in cui Giulia lo chiamò al lavoro, avvisandolo che era stata contattata da A.C. e che erano state rivelate tutte le bugie, con lui che si sottrae ad un primo incontro e che intorno alle 16.30 del pomeriggio torno a casa”. La conferma che la loro storia sarebbe finita, e che Giulia sarebbe tornata a Napoli. Poi il faccia a faccia: “Parlammo un quarto d’ora, ma c’era ben poco da dire oltre a trovare l’ennesima giustificazione o raccontare false verità. Giulia – prosegue – era il mio futuro e quel bambino era il mio piccolo”.

Gli istanti dell’omicidio

Impagnatiello va avanti raccontando gli istanti dell’omicidio: “Dopo essere stato ignorato da Giulia mi muovo, vado verso la cucina, prendo un coltello. Mentre era china in soggiorno per prendere un cerotto da un cassetto in basso di un mobile-  in quanto si era tagliata – e mi metto immobile alle spalle in attesa che si rialzi per tornare in cucina. L’ho colpita all’altezza del collo, non so con quanti colpi (37 ndr)”. Subito dopo l’omicidio – avvenuto alle 20 circa – racconta di atti di panico. “Giravo in casa e fuori, rientravo, ho fumato, mi sono fatto una doccia, mi sono fatto da mangiare ma senza appetito. Giulia non ha avuto modo di difendersi”.

Il tentativo di occultare il corpo: “Col suo cadavere in macchina andai a pranzo da mia madre”

Infine il tentativo di occultare il corpo: “Preso dalla  follia, tentai di dare fuoco al corpo di Giulia – ha spiegato -, utilizzando prodotti infiammabili per fare le pulizie, nella vasca da bagno. Ho gettato benzina e liquido infiammabile sul corpo di Giulias enza mirare a una ferita in particolare. Non ero in me”. Racconta anche di aver gettato assieme ai documenti in un tombino adiacente al Mc Donald’s, mentre nella sua ricostruzione non torna la versione del tappeto, e del divano, sui quali non sono state trovate macchie di sangue. “Io non ho coperto il divano o qualsiasi altra parte dell’appartamento. Ho pulito tutta casa, con un panno bagnato, usando uno sgrassatore. Il tappeto non c’era perché Giulia lo aveva lavato nella nostra lavatrice ed era steso”. Eppure la sua assenza è uno degli elementi dell’accusa per contestare la premeditazione. Parla poi dello spostamento del cadavere tra box cantina. Fino all’episodio del 30 maggio: “Andai a pranzo da mia mamma, avevo il corpo di Giulia a bordo (della macchina, ndr)”.

Impagnatiello: “Ora sono una persona diversa”

Prova a giustificarsi raccontando di essere cambiato: “Non sono la persona che ero allora. Questo processo mi sta aiutando a mettere a posto dei tasselli, dei punti che fino a poco tempo fa erano sparsi nella mia testa. S una persona lucida, consapevole, sicuramente di più rispetto alla quella che ero il primo giugno”. E nella sua deposizione la frase più sconvolgente: “Giulia nonostante era la donna della mia vita”

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