Le varie Risoluzioni dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite sull’invasione russa dell’Ucraina (sette dal 2022) hanno rappresentato finora una cartina di tornasole dello schieramento dei 193 Paesi membri dell’ONU, compresi i 54 Stati africani, circa i rapporti di forza fra Occidente e Russia. Ancor più significativo è quindi apparso l’atteggiamento dei Paesi del Continente africano nell’ultima Risoluzione dell’Assemblea di lunedì scorso, nella quale gli Stati Uniti, in linea con le nuove scelte diplomatiche dell’Amministrazione Trump, hanno votato per la prima volta contro la condanna dell’aggressione russa dell’Ucraina, comunque approvata con 95 voti favorevoli, 18 contrari e 65 astensioni.

Il minore sostegno rispetto al passato nei confronti dell’Ucraina si è riflesso anche in ambito africano, con alcuni rilevanti cambiamenti rispetto alle votazioni precedenti sullo stesso tema. I Paesi africani contrari alla Risoluzione sull’aggressione russa sono stati 8, e precisamente Burkina Faso, Burundi, Repubblica Centrafricana, Guinea Equatoriale, Niger, Sudan, Eritrea, Mali, con un considerevole incremento rispetto all’analoga Risoluzione del febbraio 2023, in cui solo Mali ed Eritrea avevano votato contro. Mentre aumenta quindi il numero dei Paesi dell’Africa che sulla questione propendono più apertamente verso la Russia, va rilevato che si tratta per lo più di Paesi governati da Giunte militari golpiste nella regione del Sahel (Burkina, Mali, e Niger), e da un altro regime militare golpista anche coinvolto in una sanguinosa guerra civile, come quello del Sudan.

Tali giunte militari, fin dal loro avvento al potere, sono legate a filo doppio con Mosca, da cui hanno ricevuto e continuano a ricevere truppe mercenarie (prima denominate Wagner, ed ora Africa Corps), consiglieri militari ed armamenti, in cambio della concessione di diritti di sfruttamento delle proprie miniere e terre rare, cioè un tipo di rapporto che è difficile non definire di carattere fortemente neo-coloniale. Lievemente più sfumata, ma comunque intensa, è la relazione con Mosca della Repubblica Centrafricana, Paese che ha anzi costituito una sorta di laboratorio ante-litteram del sostegno militare russo ad un Governo africano, prima ancora dei colpi di Stato saheliani.
Più ragguardevole il numero delle astensioni, con ben 24 Paesi africani rientranti in tale categoria, in cui tuttavia le motivazioni del voto non sono necessariamente pro-Russia, ma piuttosto in favore del tradizionale collocamento “non allineato” del Continente, che ha il suo principale portavoce nel Sud Africa, col suo duplice ruolo di Presidente in esercizio del G20 e di membro essenziale e fondatore del gruppo dei BRICS.

È anche probabile che gli africani astenuti siano stati spinti a tale opzione dalla contrarietà di Washington alla Risoluzione, come potrebbe essere il caso di Kenya, Zambia, Zimbabwe, Uganda, Rwanda, Botswana, non particolarmente inclini, di recente, alle posizioni di Mosca.
Alla fine, il fronte combinato di astenuti e contrari africani alla Risoluzione conta comunque 32 Stati, ben al di sopra dei 24 dell’analoga Risoluzione del febbraio 2023, il che indica un affievolimento consistente del sostegno continentale all’integrità Ucraina.
13 infine i Paesi africani che sono rimasti convinti nella ferma condanna all’aggressione russa dell’Ucraina (mentre nel 2023 erano stati 30); fra essi figurano Stati tradizionalmente filo-occidentali (se il termine ha ancora un senso…) come Costa d’Avorio, Capo Verde, Nigeria, Egitto, Tunisia, Seychelles, Mauritius, e Gibuti, che la scorsa settimana ha espresso il nuovo Presidente della Commissione dell’African Union, Mohammed Youssouf.

Il dato complessivo del voto sulla Risoluzione mostra un generale sfaldamento del gruppo africano, tutt’altro che compatto di fronte ad un tema che forse ha perso gran parte del suo “appeal” originario, ma che è pur sempre collegato al rispetto della legalità internazionale, ai principi fondamentali della Carta delle Nazioni Unite, al buon governo e ai valori etici e democratici, peraltro contenuti ed affermati solennemente anche nei documenti fondamentali dell’Unione Africana e delle 8 organizzazioni multilaterali regionali del Continente.