La Russia è in guerra contro l’Ucraina. Il che non è una vera e propria notizia, lo sapeva tutto il mondo, anche se qualcuno finge di non vederla. Solo Mosca aveva continuato a negare lo stato del conflitto in corso, parlando sempre di ‘operazione militare speciale‘, la stessa locuzione usata da Vladimir Putin il 24 febbraio 2022 per scatenare l’invasione totale dell’Ucraina. Da quel giorno in poi il leitmotiv per il Cremlino è stato lo stesso: non siamo in guerra, stiamo conducendo solo un’operazione militare. Almeno fino a oggi, quando il portavoce del presidente, Dmitri Peskov, lo ha detto chiaramente: “Siamo in stato di guerra”.

Russia in guerra, l’ammissione di Mosca con Peskov

“Sì, è iniziata come un’operazione militare speciale, ma non appena si è formato una specie di gruppo, quando l’Occidente collettivo è diventato un partecipante dalla parte dell’Ucraina, per noi è diventata una guerra. Ne sono convinto”, ha spiegato Peskov, che poi ha aggiunto: “E tutti dovrebbero capirlo per la loro mobilitazione interna”. Quest’ultima frase, in particolare, potrebbe rivelarsi emblematica per un cambio di narrazione da parte di Mosca.

Passato il momento delle discusse e discutibili elezioni presidenziali, un voto farsa più che un elemento fondante di democrazia, con la scontata conferma di Putin, ora il Cremlino potrebbe cambiare passo sul conflitto in Ucraina. Magari spingendo verso una mobilitazione interna massiccia, con il richiamo di decine di migliaia di coscritti per rinfoltire l’esercito e le truppe al fronte, spesso riempite di mercenari e criminali direttamente estratti dalle carceri. Sotto questo punto di vista, le parole di Peskov, potrebbero servire a un riposizionamento retorico da parte di Mosca al fine di dare un’accelerata alla guerra.

Russia in guerra, la reazione dell’Unione Europea

Le parole di Peskov, in maniera prevedibile, non sono cadute nel vuoto. Tutt’altro, sono state ascoltate o lette avidamente dalle cancellerie occidentali, specie in Unione Europea, anche solo per studiare una contromossa utile nello scontro di narrazioni. Al margine del Consiglio Ue tenutosi a Bruxelles nelle ultime ore, dove tra l’altro è stato discusso come continuare ad aiutare l’Ucraina usando i fondi russi congelati dall’Ue, i leader europei hanno commentato il cambio di direzione russo. Per la presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, le dichiarazioni del Cremlino “non dimostra altro che Mosca ha tradito la popolazione russa, nascondendo per due anni i fatti e negando che ci fosse una guerra in corso”.

Discorso simile per il presidente del Consiglio europeo. Charles Michel ha stressato il concetto del “avevamo ragione sin dall’inizio” e le parole del portavoce russo dimostrano “il nostro impegno ad agire per la pace e la stabilità”. Per Michel la dichiarazione di Peskov “è particolare”, visto che “per due anni hanno ripetuto” che non si trattava di vera e propria guerra “ma di un’operazione speciale e punivano chi in Russia diceva che era una guerra” mentre ora lo riconoscono.

Russia in guerra, l’avvertimento di Macron

In Europa, a parlare non sono stati solo i leader di Bruxelles. Anche la voce che recentemente ha fatto discutere per quanto proposto riguardo un coinvolgimento diretto dell’Occidente nel conflitto in Ucraina, quella di Emmanuel Macron, si è alzata per commentare le esternazioni di Peskov. Secondo il presidente francese, tali parole “manifestano un cambiamento dialettico dopo le elezioni, dato che l’uso del termine guerra prevede l’arresto e rispecchiano la realtà sul terreno”.

L’invio di truppe europee sul suolo ucraino, per Macron, è un’opzione sul tavolo che deve essere presa in considerazione. Perché quanto detto dal portavoce del Cremlino è solo un ulteriore segnale delle reali intenzioni di Mosca. “Dobbiamo essere lucidi: chi ancora pensa che la Russia si fermerà al Donbas e alla Crimea si sbaglia, il termine forse fa chiarezza sugli obiettivi della Russia” ha avvertito il presidente francese.