Il cambiamento scattato con un incontro in strada
Paola Frizziero, da corteggiatrice a Medjugorje: “La madonna mi ha preso per i capelli, con la preghiera mi sposo tutti i giorni e affronto suocera e marito”
“La madonna mi ha preso per i capelli”, oggi “essere cattolici praticanti per me è come sposarsi tutti i giorni con il proprio fidanzato”. Una folgorazione iniziata nel 2008 e che ha stravolto, in positivo, la (nuova) vita di Paola Frizziero, ex corteggiatrice di Uomini e Donne, programma condotto da Maria De Filippi. Oggi Paola ha 41 anni, è sposata, ha due figli, ha terminato gli studi da poco e insegna. Ma soprattutto dal 2008 “sono venuta più di 40 volte a Medjugorje”.
Venti anni fa “ho partecipato a un programma televisivo su canale 5 con Maria De Filippi, dopo la Laurea volevo trovare l’amore e un fidanzato. Ho raggiunto la notorietà, mi riconoscevano per le strade” per la storia tormentata prima con Salvatore Angelucci prima e poi con Carmine Fummo.
Ma come è avvenuto il cambiamento? Cosa lo ha innescato? Frizziero lo racconta in un video pubblicato da un canale religioso. Decisivo è stato l’incontro con Luciano, ragazzo malato di SLA che l’ha avvicinata a un gruppo di preghiera: “Proprio in strada una signora di nome Tina, che oggi non c’è più, mi fermò e mi fece conoscere suo figlio Luciano, malato di SLA, anche lui oggi non c’è più. Luciano mi ha voluto avvicinare a un gruppo di preghiera a Pianura, dove abito a Napoli e ho come riferimento spirituale don Vittorio Zeccone. Grazie a loro ho lasciato quella vita superficiale, che non mi rendeva felice, nonostante a soli 25 anni avevo anche tanti soldi. Grazie a Dio e a Luciano ho iniziato questo percorso di preghiera, mi sono incuriosita e nel 2008 per la prima volta a Medjugorje, dove la Madonna mi ha messo nel cuore tutto ciò di cui avevo bisogno”.
La chiamata di Dio: “Ho lasciato le serate, un po’ mi dispiaceva ma poi ha avuto ragione”
“Qui Medjugorje – prosegue – ho capito che dovevo lasciare la mia vita passata. Sono riuscita a venirne fuori. Ho fatto scelte importanti: guadagnavo tanto, facevo serate, ma in quel momento sentivo forte nel mio cuore che dovevo lasciare” dopo aver ricevuto la chiamata di Dio. “Un po’ mi dispiaceva perché dicevo come è possibile che mi stai chiedendo questo, perché hai scelto me? Poi quando mi sono fidata e ho detto “sia fatta la tua volontà”, Dio mi ha dato 300 volte di più. Mi ha dato una famiglia meravigliosa, sono riuscita a terminare gli studi, oggi insegno”.
Dieci anni dopo l’incontro con Luciano e la madre, Frizziero racconta di aver perso “anche mio padre per la SLA. Lui era credente ma non praticante, e grazie alla chiamata che ho ricevuto si è confessato prima di morire e si è detto felice in quel momento”.
Frizziero, il rosario fondamentale per rapporti con marito e suocera
Oggi Paola è assicura di non poter “vivere senza Medjugorje e senza la preghiera del rosario non si può vivere la quotidianità”. Grazie alla preghiera “appena apri la porta di casa tutte le difficoltà cambiano: il rapporto con il marito, con la suocera, con fratelli e sorelle”. Quindi “con la preghiera del rosario tutto si può” perché “sgranando quei granelli riesci a ritrovare la stessa pace che la Madonna ti insegna qui”. Certo “ogni tanto qualche difficoltà resta ma la preghiera aiuta moltissimo”. Prima “il rosario era una cosa per abbellirti ma non aveva un significato profondo”.
Paola spiega che “la prima volta che mi sono confessata è stata quando ho conosciuto Luciano. Mi sentito vuota e ho sentito la necessità di confessarmi. La madonna di Medjugorje mi ha salvata, mi ha preso per i capelli e ho ricevuto la guarigione dal mio egoismo, dalla mia tristezza, dalla depressione e dalle cose futili come i vestiti”.
Frizziero: “Prima mi attaccavo ai fidanzati, oggi con la fede è come sposarsi tutti i giorni”
Un rapporto rinsaldato con la fede perché “da piccola frequentavo la Chiesa, ho preso i sacramenti, sono cresciuta con le suore perché abitavo in un quartiere di Napoli molto difficile. Andavo tutte le domeniche in chiesa, poi con l’adolescenza e dopo la cresima ho abbandonato la chiesa un po’ come fanno molto giovani. Il motivo? La chiesa era vuota, senza ragazzi e con tanti anziani. Mi attaccavo ai fidanzati, andavo alla ricerca di dipendenze affettive, ero emotivamente fragile. Invece con Gesù ho imparato che il vero amore è sentirsi liberi. Questa è stata la vera rivoluzione che mi ha dato la possibilità di ‘vedere’ mio marito e dire sì a lui. Essere cattolici praticanti per me è come sposarsi tutti i giorni con il proprio fidanzato”.
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