Il caso
Passaporti italiani falsi agli jihadisti grazie a funzionari corrotti. “Bastava una settimana e avevano tutti lo stesso ascendente”. Ombra sull’Elba
L’indagine potrà partire dai cinque hezbollah scoperti con passaporto italiano. Venezuelani di origini libanesi che avevano ottenuto il documento sulla base dello ius sanguinis in virtù di un avo nato in Italia. Si trattava in realtà di falsi ascendenti e per questo la cittadinanza sarà revocata, ma l’ispezione avviata dalla Farnesina con l’aiuto di Guardia di Finanza e carabinieri è pronta ad allargarsi e può guardare anche nei comuni italiani dove – grazie alla collaborazione di alcuni funzionari – agli jihadisti basta una settimana per dirsi nostri connazionali.
A Caracas 8mila cittadinanze
Soltanto negli ultimi sei mesi, il consolato di Caracas ha lavorato 8mila pratiche di cittadinanza. Un numero spropositato per ha fatto sì che il deputato di FDI eletto all’estero Andrea Di Giuseppe nella circoscrizione America Settentrionale e Centrale, dopo aver presentato denuncia abbia fatto richiamare a Roma il console locale. Si trattava di falsi palesi, con i richiedenti che non avevano alcun legame di parentela ma facevano riferimento allo stesso avo italiano.
La fabbrica dei documenti falsi
All’Adnkronos Di Giuseppe ha commentato il caso: “In Italia, i controlli si stanno intensificando anche a livello comunale – avverte – soprattutto in quei comuni da cui provenivano certificati falsi che attestavano presunte origini italiane, come nel caso di un comune dell’Elba. È stata creata una sorta di “fabbrica” di documenti falsi, con individui corrotti che accettano denaro in cambio di questi servizi per il rilascio di passaporti”.
I rapporti tra Venezuela e Iran
Il punto sull’indagine è stato fatto dal vicepremier Antonio Tajani durante la Conferenza nazionale degli Enti locali di Forza Italia a Perugia, e conferma ancora una volta lo stretto legame tra Venezuela e Iran. Già nel 2020, il segretario di Stato americano Mike Pompeo aveva denunciato su Twitter il trasferimento di ingenti quantità di oro dal Venezuela all’Iran. Pompeo aveva accusato il governo di Maduro di aver spedito nove tonnellate di lingotti d’oro al regime iraniano, con il popolo venezuelano e iraniano come principali vittime. Nello stesso periodo, un’inchiesta di Bloomberg aveva rivelato che l’Iran stava trasportando via aerei privati l’oro rimanente dal Venezuela verso Teheran, in cambio del supporto fornito per riattivare le raffinerie di benzina venezuelane.
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