“Combatti la paura, difendi il quartiere”. Queste erano le parole scritte sullo striscione simbolo della solidarietà a La pecora elettrica, la libreria del quartiere romano di Centocelle reduce da un incendio che ha colpito la struttura la scorsa notte. Il luogo non è immune da sfregi: il 25 aprile, infatti, c’è stato un primo rogo che ha portato alla chiusura della libreria. Ieri dopo 7 mesi ci sarebbe dovuta essere la riapertura che però non è mai avvenuta.

Come se non bastasse ad aver dato fiamme alla libreria, oggi prosegue la persecuzione nei confronti di questo luogo di cultura con lo strappo dello striscione appeso sul cancello del parco di Via delle Palme. Ieri sera tremila persone hanno girato per le strade del quartiere sfilando con striscioni e dimostrando la loro solidarietà a La pecora elettrica e i suoi proprietari, Alessandra e Danilo. Considerato polo di scambio e aggregazione culturale, la comunità di Centocelle si organizza per far sì che la libreria venga riaperta. Intanto proseguono le indagini per individuare le cause e gli autori dell’incendio. Fatto sta che le luci de La pecora elettrica sono ancora destinate a non accendersi, per ora.

LA NOTIZIA – Lo notizia dello striscione strappato è stata resa pubblica attraverso un post su Facebook dalla pagina CentoCellule, una realtà attiva nel quartiere. Sul social si legge: “Ieri sera c’eravamo anche noi alla passeggiata che è partita da Mirti fino ad arrivare alla luce spenta della Pecora incendiata. Si parla di 2000 persone, è stato per tutti commovente sentire come Centocelle si sia riunita non solo per vicinanza delle attività coinvolte negli attentati, La Pecora Elettrica e Cento55 Pinsa Romana, ma per combattere la violenza criminosa che sta dilagando del nostro quartiere. Siamo tutti sconvolti e spaventati, siamo tutti vicini ad Alessandra e Danilo. Stamattina ci siamo svegliati scoprendo che lo striscione appeso sul muro del ”parco di via delle Palme”, di fronte alla Pecora, è stato nella notte strappato. In maniera strafottente, ancora una volta violenta, dopo il passaggio di centinaia di persone, incuranti di poter essere visti o beccati, qualcuno ha distrutto, in modo sprezzante, il simbolo di quello che voleva essere un gesto solidale e di forza. Prendiamo il bisogno umano di riflessione e silenzio della La Pecora Elettrica come un suggerimento e un invito, consapevoli che quello che accade attorno a noi riguarda tutti. Ci auguriamo che la sensibilità diffusa che ci ha stretti in un abbraccio collettivo, possa servire per far qualcosa tutti assieme”.