Zero controlli, il divieto è stato ignorato nel weekend
Perché a Napoli c’è il divieto di balneazione e fino a quando sarà in vigore
“In esito agli ultimi prelievi dell’ARPAC, fino a nuova comunicazione è vietata la balneazione su tutta la costa cittadina escluso Baia di Trentaremi e Nisida”. L’ordinanza sindacale è secca e precisa: a Napoli non si può fare il bagno su tutto il territorio cittadino. Anche se dopo il fine settimana appena trascorso è difficile da credere è in realtà così. Ed è ancora in vigore finchè nuove analisi delle acque non daranno il via libera. Intanto sabato e domenica tutti in spiaggia e al mare come se l’ordinanza non fosse mai stata emessa.
Dove c’è il divieto di balneazione a Napoli
Sono state dunque interdette le spiagge di Piazza Nazario Sauro, Via Partenope, Lungomare Caracciolo, zona di palazzo Donn’Anna, Posillipo, Capo Posillipo, Gaiola, Marechiaro, Spiaggia delle Monache e Punta Nera. Anche la Gaiola è interdetta ai bagni anche se è attivo il sito per le prenotazioni: Si potrà prendere il sole e sostare anche nell’area marina protetta ma non fare il bagno.
Perché c’è il divieto di balneazione
È l’Associazione CSI Gaiola Onlus a fare chiarezza su cosa sia accaduto nel mare di Napoli con un lungo post su facebook. “Nella zona di Cala Badessa, sotto il Parco Virgiliano, è presente uno scarico di troppo pieno dell’impianto di primo trattamento reflui e sollevamento di Coroglio sito in via Leonardi Cattolica. L’attivazione dello scarico di troppo pieno avviene quando le portate del refluo in ingresso all’impianto provenienti dai collettori di Arena S. Antonio, Coroglio e Posillipo superano le portate massime di trattamento dell’impianto. Questo avviene ogni qual volta ci sono eventi piovosi di particolare intensità, e questo è quello che è avvenuto nel pomeriggio di Domenica 18 Luglio”.
“Per tale motivo i campionamenti sulla qualità delle acque effettuati dall’ARPAC due giorni dopo, il 20/07/2021 hanno rilevato parametri di inquinamento fuori soglia, nei siti di campionamento oggetto dell’Ordinanza di interdizione, mentre i siti di Nisida e Trentaremi sono stati esclusi dall’interdizione perchè da calendario di campionamento ARPAC erano stati campionati il giorno 14/07/2021, quindi prima dell’evento piovoso del 18 luglio”, continua il post.
E il divieto di balneazione è anche l’occasione per tornare ad accendere i fari su un problema che attende da anni una risoluzione. “Facendo la doverosa premessa che prima che fosse realizzato l’impianto di primo trattamento e sollevamento di Coroglio l’Arena S. Antonio sfociava liberamente in mare dove ora c’è la spiaggetta di Coroglio, rendendo le acque della zona e di gran parte di Posillipo, compresa la Gaiola impraticabili per gran parte dell’anno, riteniamo tuttavia che oggi i tempi siano maturi per riprogettare completamente il funzionamento di tale impianto ed eliminare il troppo pieno di Coroglio che sversa in una delle area di maggior pregio paesaggistico, naturalistico ed archeologico della fascia costiera”, scrivono sulla pagina facebook gli operatori di Gaiola Onlus.
“Non a caso l’area in questione è una ZSC (Zona Speciale di Conservazione) della Rete Natura 2000 (rete ecologica europea per la conservazione della biodiversità) – conclude il post – Il Parco da anni si batte su questa problematica ed oggi l’occasione per ripensare la scelta fatta anni fa di far uscire un troppopieno fognario in un’area di tale bellezza, è data dagli interventi previsti per la bonifica ambientale e rigenerazione urbana del SIN Bagnoli-Coroglio. Come Parco abbiamo già fatto presente ad INVITALIA la necessità urgente di inserire nel piano di bonifica la riprogettazione dell’impianto e l’eliminazione del troppo pieno di Cala Badessa, se si vuole realmente percorrere la strada della riqualificazione ambientale per una piena riconversione turistico-balneare dell’area”.
Fino a quando sarà in vigore il divieto di balneazione a Napoli
Soluzioni rapide al problema per tornare in breve tempo a farsi il bagno a Napoli ce ne sono? “Non ce ne sono, occorre aspettare che la natura faccia il suo corso”, ha detto al Mattino Giorgio Budillon, professore ordinario dell’Università Partenope che è stato consulente della Procura per studiare l’inquinamento del golfo di Napoli. Bisognerà dunque aspettare il via libera di nuovi prelievi e analisi più positive. La buona notizia è che questi potrebbero essere fatti in giornata, in modo da avere il nuovo verdetto dei tecnici di laboratorio nel giro di 24 ore”.
Cosa succede a chi si tuffa o beve l’acqua del mare di Napoli
Il direttore dell’Arpac, l’avvocato Luigi Stefano Sorvino, ha spiegato al Mattino cosa c’è adesso nell’acqua: I principali indicatori sono l’escherichia coli e gli enterococchi intestinali. “La contaminazione fecale va evitata per tutelare la salute prima che l’ambiente”, avverte Sorvino. “Bere l’acqua del mare con una alta carica batterica può innanzitutto determinare infezioni e problemi gastrointestinali”, chiarisce l’assessore comunale Francesca Menna, competente di materia: è veterinaria, docente universitario alla Federico II. “Questo tipo di germi non hanno, però, nulla a che vedere con l’inquinamento da metalli pesanti di San Giovanni a Teduccio e Bagnoli, e hanno vita breve. Nel giro di 48 ore, spariscono anche grazie alle correnti. E i test in questione risalgono a già allo scorso martedì, immediatamente dopo l’allerta meteo”.
In ogni caso per i temerari la multa per i bagnanti ammonta a 2064 euro, in base al codice di navigazione che viene applicato dalla Capitaneria, visto che nell’ordinanza comunale non è indicato alcun importo. La cifra corrisponde al doppio della sanzione minima, di 1032 euro, stabilita per questo tipo di trasgressioni.
Divieto ignorato nel fine settimana: a Napoli tutti a mare e nessun controllo
Tuttavia nel fine settimana del divieto di balneazione a Napoli nulla è cambiato rispetto al solito. Tutti al mare, in spiaggia e a fare tuffi nell’acqua interdetta. Alcuni bagnanti hanno detto di non essere a conoscenza del divieto, ancora più grave anche alcuni gestori di lido non ne sapevano nulla. A questo si aggiunge che non c’è stato nessun controllo. Per il Mattino si è trattato di un pasticcio comunicativo. Il Comune ha dato per scontato che l’Autorità portuale si muovesse in autonomia dopo la comunicazione dell’Asl sulle rilevazioni dell’Arpac. L’Autorità portuale, invece, ha lamentato di aver appreso solo dai giornali dell’ordinanza del Municipio. Nemmeno la Gaiola era stata avvertita: Sabato mattina si è trovata un cartello davanti ai cancelli: “Attenzione, divieto momentaneo di balneazione”. E così ha chiuso l’accesso a tutti.
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