“Facebook censura Osho”, “Il pensiero unico colpisce ancora”. Sono solo alcuni dei commenti apparsi in rete dopo l’oscuramento provvisorio della pagina Facebook satirica “Le migliori frasi di Osho”, il progetto nato da Federico Palmaroli che è diventato un fenomeno di costume guadagnano ad oggi oltre un milione di like sul social di Mark Zuckerberg.

Questa mattina infatti si era subito gridato allo scandalo e alla censura nei confronti di Palmaroli, che da più parti viene tacciato di fare satira ‘di destra’, come se fosse vietato o sbagliato. In molti inoltre legavano l’oscuramento della pagina, non più raggiungibile su Facebook, a quanto accaduto nei giorni scorsi in Italia e negli Stati Uniti, dall’oscuramento dei profili social di Donald Trump alla presunta “censura” subita da LiberoQuotidiano da parte di Twitter.

Lo stesso Palmaroli poco dopo mezzogiorno usa il suo profilo personale con un messaggio telegrafico: “Mi faccio vivo io”, facendo capire di star ‘lavorando’ alla risoluzione del problema.

E infatti l’epilogo arriva e smonta l’intera narrazione arrivata soprattutto a destra su una presunta censura politica della pagina satirica. A doverlo specificare è lo stesso Palmaroli dopo la riapertura di “Le migliori frasi di Osho”, dove rivela che “pur pur comprendendo coloro che hanno pensato che fosse dovuta a motivazioni legate ai contenuti da me pubblicati, vi informo che non è stata provocata da quelli, anche perché la mia satira non è mai stata né violenta né offensiva”.

Lo stop, spiega Palmaroli, era dovuto infatti a “una segnalazione relativa al soprannome con cui ormai tutti mi conoscete e un conseguente errore di valutazione da parte di Facebook, riconosciuto dopo il mio reclamo”.

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Romano di nascita ma trapiantato da sempre a Caserta, classe 1989. Appassionato di politica, sport e tecnologia