L’Istat ha comunicato che al 31 gennaio 2025 si è registrato il record di occupati, precisamente 24,2 milioni. A costo di risultare antipatico, devo dire che non mi sembra una buona notizia. Vediamo perché. Come scritto più volte su queste colonne, da un punto di vista statistico viene considerato occupato chi svolge almeno un’ora di lavoro retribuito nella settimana di riferimento.

Nell’economia reale, invece, credo che si possa considerare occupato chi svolge una attività che gli consente un sostentamento dignitoso. L’accezione statistica di “occupato” comporta, ad esempio, che se al posto di un lavoratore impiegato per otto ore ne vengono assunti due che lavorano quattro ore cadauno, l’occupazione raddoppia (ma nell’economia reale ovviamente no).

Pertanto, se si vuole un’indicazione quantitativa dell’andamento del mercato del lavoro, non bisogna fare riferimento al numero degli occupati, ma al numero delle ore lavorate. Queste ultime sono state 42,5 miliardi nel 2024, dato inferiore ai 44 miliardi di ore lavorate nel 2007 (anno, lontanissimo, del picco positivo del nostro PIL). Se poi si ha riguardo, come doveroso, alla produttività complessiva del sistema economico italiano, si constata che la produttività per occupato (PIL prodotto da ogni occupato) era 76mila euro nel 2007, mentre è stata 69mila nel 2024. Ecco spiegato perché il record di occupati non è una buona notizia: il PIL del 2024 è grosso modo pari a quello del 2007. Se ci sono più occupati vuol dire che ciascuno ha prodotto di meno.

Le notizie negative, ma oggettive, non finiscono qui. Concludo questa breve analisi con i dati della produttività per ora lavorata (PIL prodotto per ogni ora di lavoro) che nel 2024 è cresciuta, ma di pochissimo (circa 1%) rispetto a quella del 2007. Questo dato offre la fotografia esatta della stagnazione dell’economia del Paese: l’Italia ha accumulato un gap di produttività pari all’8% rispetto alla media Ue e al 17% rispetto alla Germania; conseguentemente il PIL del 2024 è più o meno uguale a quello del 2007. I salari sono oggettivamente bassi, ma in queste condizioni come sarebbero potuti crescere?

Marcello Gualtieri

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