Ponte Roma-Tunisi
Piano Mattei e il programma Tanit: dal recupero delle acque reflue a una nuova agricoltura

Il Piano Mattei per l’Africa lanciato il 29 gennaio 2024 vede la Tunisia come uno dei paesi protagonisti. Qui la cooperazione con l’Italia ha una lunga e consolidata tradizione e negli anni si è creato un solido legame con la controparte tunisina. Il piano voluto dal governo di Giorgia Meloni è ripartito dal lavoro che in Tunisia aveva già ottenuto ottimi risultati, inglobando quanto di buono era presente, ma allo stesso tempo alzando il tiro con progetti di più ampio respiro. Per questo primo compleanno Terna, società energetica controllata al 30% da Cassa Depositi e Prestiti, ha lanciato un ambizioso progetto denominato Terna Innovation Zone nato per promuovere l’innovazione tecnologica e lo sviluppo delle competenze nel settore energetico.
Il vero progetto
L’energia resta un caposaldo dell’impegno italiano in Tunisia e questo progetto si lega ad Elmed, la prima interconnessione elettrica in corrente continua fra Africa ed Europa. Il ministro degli Esteri della Tunisia Mohamed Ali Nafti si è detto entusiasta della collaborazione con l’Italia, sottolineando come ogni decisione sia stata condivisa e paritaria, lanciando velatamente accuse ad altri paesi europei che in passato non si erano approcciati così con i soci tunisini. Insieme al plenipotenziario della politica estera del presidente Kais Saied anche il Segretario di Stato per la Transizione Energetica Wael Chouchane aveva sottolineato come questi progetti fossero dei figli nati da un felice matrimonio che non sembra voglia finire di generare eredi. Ma il vero progetto faro del noto Piano Mattei in Tunisia è inserito nel programma Tanit, piccolo gigante finanziato per centinaia di milioni di euro e spalmato negli anni. Tanit, che per rispetto alla cultura locale ha preso il nome di una divinità punica adorata ai tempi di Cartagine, si basa su tre pilastri come la formazione, il recupero delle acque reflue e la modernizzazione dell’agricoltura ed è guidato da Stefano Carbonara di Ciheam.
La Tunisia è un paese a forte vocazione agricola, che pesa sul prodotto interno lordo per il 16%, ma che soffre di cronica carenza d’acqua e utilizza metodiche antiquate. Il piano italiano punta sul recupero delle cosiddette acque reflue per utilizzarle in agricoltura ed aumentare la produttività del paese con l’obiettivo della sicurezza alimentare. La formazione viene invece erogata grazie all’Ecole Superieure d’Agricolture di Mograne dove il direttore e gli studenti raccontano la loro soddisfazione nel lavorare con gli italiani. Oliveti, aranceti, coltivazioni di carciofi sono sicuramente la spina dorsale del Piano Mattei in Tunisia, ma anche l’artigianato e la piccola media e impresa godono di una certa attenzione. Grazie all’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo (Aics) diretta da Isabella Lucaferri l’artigianato ed il design mantengono vive le tradizioni della società tunisina offrendo opportunità lavorative anche lontano dalla capitale Tunisi e anche alle donne che spesso si occupano proprio di artigianato.
Lo sforzo dell’UE
Incontrando studenti, artigiani, agricoltori la collaborazione è palpabile così come la convinzione di un progetto condiviso e voluto dalla Tunisia per i tunisini. I responsabili nel paese affacciato sul Mediterraneo raccontano che il Piano Mattei sta attirando investimenti privati., anche se ancora troppo pochi, e soprattutto che ha visto avvicinarsi altri paesi come la Gran Bretagna e i paesi del Golfo. L’Italia in Tunisia gioca una partita facile perché i rapporti sono storici e solidi, ma ha saputo usare il suo patrimonio costruito in anni di cooperazione per ritagliarsi un ruolo. La Tunisia è un paese strategico per l’Italia e per l’Europa e la sua posizione fa gola all’espansionismo cinese. Proprio per questo motivo ciò che è stato costruito in questa sponda meridionale del Mediterraneo ha bisogno di uno sforzo politico ed economico da parte dell’Unione Europea che deve dimostrare di non essere un nano geopolitico, ma un grande player che può giocare da protagonista il suo ruolo sul continente africano.
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