Pochi voti
Pippo Civati: “Meloni è Palazzo Chigi, ma a fare cosa? Non ho detto addio alla politica, ma oggi faccio l’editore. Lavoro e fatico, altro che vitalizio”

“Sono stato un politico poco tenace”. Pippo Civati non ne fa mistero e ironizza: “Cercando su google il mio nome la prima domande che esce fuori è su che fine abbia fatto”. Ma non si sente sparito. Dalla ribalta nel 2010 assieme a Matteo Renzi, con cui promosse la prima edizione della Leopolda, all’elezione come deputato del Pd nel 2013, fino al piede fuori dal Parlamento nel 2018 e nel 2022. Oggi fa l’editore – di “People” – ma la politica non l’ha ancora abbandonata.
Lo racconta in un’intervista al Fatto Quotidiano, dove si paragona ad un sommergibile: non visibile in superficie a attivo sotto. “Oggi ho un mestiere che mi piace. Ho fondato insieme ad amici un’azienda, vivo serenamente lavorando, viaggiando e faticando, mentre altri sono convinti che viva di vitalizio. Li capisco, la politica ha una cattiva reputazione”. Un intervento breve, quello dell’ex parlamentare, che parte da un graffio alla Meloni: “Sta cambiando l’Italia? No, il nulla. Giorgia ha solo cambiato abito. Da giovane missina a neo Dorotea. È a Palazzo Chigi, ma a fare cosa?”.
Confessa che gli piacerebbe tornare in politica: “Mi attrae sempre, mi fa arrabbiare. Anche se a volte mi prendeva la noia quando la nebbia di Montecitorio ingoiava ogni passione. La colpa però è mia, riconosco di aver commesso degli errori, ma non ho mai detto di abbandonarla. Con Renzi dal jobs act ci siamo inimicati il nostro mondo, ci siamo disconnessi, io ho difeso le mie idee, immaginando un nuovo corso”. Civati ricorda ‘Possibile’, il suo vecchio progetto politico. “Bel nome, ma voti?”. Pochi. “Tornare? Se si creassero condizioni apprezzabili e degne…”. Lo aiuterebbero a sentirsi meno bruciato.
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