Letizia Battaglia è una delle più grandi fotografe italiane. Senza di lei, la sua arte, il suo coraggio, i suoi scatti non sapremmo che cosa sia davvero la mafia siciliana. Non avremmo uno sguardo nuovo, unico, diverso anche sul mondo delle donne che lei ha raccontato fuori dagli schemi.

Ma anche una artista così, una fotografa che ha rivoluzionato il linguaggio, non viene perdonata dalla gogna usa e getta, ma violentissima dei social. La sua campagna pubblicitaria per la Lamborghini è stata prima colpita da forti polemiche e poi censurata su richiesta del sindaco Leoluca Orlando, che ha spinto la casa automobilistica a ritirarla. Le foto ritraevano due bambine palermitane di 7 e 11 anni in posa davanti all’auto, sullo sfondo alcuni magnifici monumenti di Palermo.

Secondo le critiche si tratta di foto che sfruttano l’immagine femminile, accostandole ai migliaia di scatti che abbiamo visto su calendari, riviste di auto e pubblicità tradizionali. Non è così. Le foto di Battaglia non hanno niente che richiamino quel tipo di immaginario. Forse sono un po’ scontate, forse come pubblicità non funzionano, ma è evidente che il punto di vista è di una donna che ama le donne e nello specifico quelle bambine che sono messe davanti a tutto, con il loro sguardo sfrontato, libero.

Mentre la tv continua a bombardarci di stereotipi, che fissano i ruoli del maschile e del femminile in un immaginario vecchio come il cucco, l’indignazione mediatica è scattata come una mannaia contro chi, anche facendo pubblicità, ha portato un punto di vista diverso. È sbagliato censurare sempre, ma è ancora di più sbagliato censurare le foto di una grande artista. Lei si è difesa spiegando che per lei Palermo è una bambina, che fotografa sempre bambine e ha difeso anche il suo sindaco senza rancore.

Ma la polemica non è finita. Questa volta la facciamo noi. È folle che campagne di questo tipo diventino sempre più diffuse, sempre più micidiali, senza che nessuno si scandalizzi non per la foto, ma perché ormai appena qualcosa dà fastidio viene fatta fuori. Eliminata. Finché, come ricorda Brecht, un giorno non tocca a noi.

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Vicedirettrice del Riformista, femminista, critica cinematografica