Avanti! della Domenica
Politica energetica: la scelta di Bonaccini
Lo scorso 7 novembre, con la firma del decreto attuativo, è stato dato il via libera al rigassificatore di Ravenna. In meno di 120 giorni l’iter si è compiuto, nonostante le 3000 pagine di documentazione, la sessantina di soggetti coinvolti e le 800 pagine di relazione finale. Il commissario al rigassificatore, Stefano Bonaccini, Presidente dell’Emilia-Romagna, può essere soddisfatto: ha dato il via ad un investimento da quasi 1 miliardo di euro, che tra due anni permetterà al Paese di avere circa 5 miliardi di metri cubi di gas in più, l’8% circa del fabbisogno nazionale.
Le ricadute occupazionali saranno importanti, ma ancora più importante, forse, è aver rispettato scadenze stringenti ed aver unito tanti soggetti intorno a quest’opera strategica per l’Emilia Romagna e l’Italia. Non è poco, di questi tempi. Specie se si pensa a quanto avviene sull’altro lato della penisola, a Piombino.
Certo, il percorso che deve seguire l’Italia per avere la tanto agognata indipendenza energetica, sia dai fornitori che dalle fonti inquinanti, è ancora complesso. Il Governo dovrebbe accelerare il più possibile l’iter burocratico per l’installazione degli impianti di energie rinnovabili che ancora oggi vengono bloccati, troppo spesso, dall’ignoranza di alcuni, dall’ottusità di parti della Pubblica Amministrazione (le Sovrintendenze, per esempio, bloccano il 78% dei progetti per nuovi parchi eolici), e da interessi di pochi. Il che si traduce in un danno incalcolabile per il Paese.
Poi c’è il tema dei giacimenti inutilizzati di gas italiano. Troppo poco, dicono alcuni ambientalisti, inutile estrarlo. Ma, a parte il fatto che potrebbe essercene molto di più (se non si fanno le analisi geologiche, non lo sapremo mai), anche quel poco può tornare utile al Paese per ridurre la sua dipendenza dall’esterno.
Perché la sostenibilità, come amiamo dire da queste pagine, deve essere a 360 gradi: ambientale, sociale, economica. E, a proposito di economia, Bonaccini ha ammonito: nessuno si sogni di non dare a Ravenna gli stessi vantaggi economici riconosciuti a Piombino. Solidali sì, ma stupidi mai.
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