Svante Pääbo è considerato “l’archeologo del Dna”: ha aperto, è stato tra i pionieri di un nuovo campo di ricerca, la paleogenomica. E questi suoi studi, il suo lavoro, gli sono valsi oggi il Premio Nobel per la Medicina 2022. Il riconoscimento è stato assegnato esclusivamente al biologo 67enne per le sue scoperte sul genoma degli ominidi. Pääbo è stato il primo a portare la genetica in un campo come la paleontologia, precedentemente basata sullo studio di fossili o antichissimi manufatti. Grazie alle nuove tecnologie genetiche, lo scienziato svedese ha affrontato con nuove armi una delle sfide più ardue per la scienza: è stato tra i precursori dell’estrazione del Dna dai fossili e delle analisi successive.

Pääbo è nato il 20 aprile a Stoccolma, ha studiato all’Università di Uppsala prima di trasferirsi a Zurigo, in quella americana di Berkeley e in quella tedesca di Monaco di Baviera. Ha fondato nel 1999 l’Istituto Max Planck per l’Antropologia evoluzionistica a Lipsia, in Germania, dove lavora attualmente. È inoltre docente in Giappone, nell’Istituto di Scienza e Tecnologia di Okinawa, è membro dell’Organizzazione Europea di Biologia Molecolare (Embo) e fa parte di accademie prestigiose, come la Royal Society, l’Accademia Nazionale della Scienze degli Stati Uniti, l’Accademie delle Scienze francese. quella Leopoldina e l’Accademia Nazionale dei Lincei.

Le sue ricerche hanno gettato una nuova luce sull’evoluzione umana fino a rivoluzionarne completamente lo studio. A Pääbo si deve per esempio l’analisi del dna dei Neanderthal, che ha rivelato che l’Homo sapiens si è incrociato con i Neanderthal e che alcuni geni di quei cugini dell’uomo sono ancora presenti nel genoma di quasi tutte le popolazioni contemporanee. E sempre a lui si deve la scoperta dei Denisovani: un’antica popolazione umana anch’essa incrociata con l’Homo sapiens circa 70mil anni fa. Il punto dipartenza per ricostruirne la storia è stato un frammento di un osso trovato in una grotta dei Monti Altai. Prima del Nobel si era aggiudicato altri premi di primo livello come la medaglia Max Delbrück, la medaglia Theodor Bücher (Febs), il premio Louis-Jeantet (Ginevra), e il Japan Prize (Tokyo).

 

Il Nobel per la Fisiologia e la Medicina 2022 (da dicitura ufficiale) “per le sue scoperte degli ominidi estinti e l’evoluzione umana”. L’annuncio è stato dato, come da tradizione, al Karolinska Institutet di Stoccolma in Svezia, e trasmesso in diretta sui social. Il riconoscimento anche per quest’anno è pari a 10 milioni di corone svedesi.

La nota delle giuria continua: “Attraverso la sua ricerca pionieristica, Svante Paabo ha realizzato qualcosa di apparentemente impossibile: sequenziare il genoma del Neanderthal, un parente estinto degli esseri umani di oggi” e “ha anche fatto la sensazionale scoperta di un ominide precedentemente sconosciuto, Denisova. È importante sottolineare che Paabo ha anche scoperto che il trasferimento genico è avvenuto da questi ominidi ora estinti all’Homo sapiens in seguito alla migrazione dall’Africa circa 70.000 anni fa. Questo antico flusso di geni agli esseri umani di oggi ha rilevanza fisiologica oggi, ad esempio influenzando il modo in cui il nostro sistema immunitario reagisce alle infezioni“. Questo tipo di ricerca “ha dato origine a una disciplina scientifica completamente nuova, la paleogenomica. Rivelando le differenze genetiche che distinguono tutti gli esseri umani viventi dagli ominidi estinti, le sue scoperte forniscono la base per esplorare ciò che ci rende unicamente umani”.

 

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Giornalista professionista. Ha frequentato studiato e si è laureato in lingue. Ha frequentato la Scuola di Giornalismo di Napoli del Suor Orsola Benincasa. Ha collaborato con l’agenzia di stampa AdnKronos. Ha scritto di sport, cultura, spettacoli.