"Il fatto non sussiste"
Processo a Casapound, assoluzione a Napoli per 35 militanti

Assolti perché “il fatto non sussiste“. La seconda Corta di Assise di Napoli (presidente Alfonso Barbarano) non accoglie le 35 richieste di condanna avanzate dal sostituto procuratore di Napoli Catello Maresca nell’ambito del processo dei confronti di militanti di Casapound accusati di associazione sovversiva e banda armata. L’unica condanna a tre anni è stata inflitta a Enrico Tarantino, per porto e detenzione in luogo pubblico di ordigni esplosivi, precisamente quattro bottiglie incendiarie.
L’inchiesta partì in seguito a violenti scontri tra gruppi di estrema destra (con Casapound erano coinvolti anche sigle come Blocco studentesco e H.M.O., Hic manebimus optime) e antagonisti, avvenuti a Napoli tra il 2009 e il 2011. Per Maresca erano sussistenti le ipotesi di associazione sovversiva e banda armata perché il gruppo era ispirato da “un’ideologia che cerca lo scontro e si propone di affermare violentemente i propri ideali”. Le pene più severe l’ex pm anticamorra le ha proposte per quattro imputati, ritenuti capi e organizzatori: 8 anni di reclusione chiesti per Enrico Tarantino, 6 anni ciascuno per Giuseppe Savuto ed Emmanuela Florino (figlia dell’ex senatore di Alleanza Nazionale Michele) e Andrea Coppola.
Immediato il commento di Gianluca Iannone, presidente di Casapound Italia. ”Dopo aver costruito un improbabile teorema per il quale un movimento politico che si candidava alle elezioni tentava di sovvertirle con la forza delle armi (mai prodotte in giudizio), il pubblico ministero aveva chiesto pene detentive che andavano da uno a otto anni – prosegue Iannone – Fortunatamente il teorema è stato smontato dalla pervicacia degli avvocati, impegnati per anni a sottolineare l’assenza assoluta di prove a sostegno, e da un collegio giudicante che ha saputo ricondurre i fatti a quelli che erano: un permanente clima di scontro causato dai sedicenti antagonisti, che negli anni che vanno dal 2011 al 2014 si sono resi colpevoli di decine di attacchi e attentati a Casapound’.’
Il leader dei militati di estrema destra attende, senza per aspettarsele, “le scuse di tutti coloro che non hanno perso tempo per iniziare la danza su quello che credevano fosse il cadavere del leone, da Anpi a Pd, da Libera a Possibile, da Federconsumatori a Legambiente e che non hanno esitato a mettere da parte il presunto garantismo per chiedere lo scioglimento di Caspound. Attendiamo, senza aspettarcele, le scuse delle istituzioni, non tanto al movimento, quanto piuttosto ai contribuenti, per aver dilapidato milioni di euro in una indagine durata due anni – occasionalmente conclusasi con arresti a ridosso delle elezioni del 2013 – e costruita su pedinamenti, intercettazioni ambientali, telefoniche e tutto l’apparato che in genere si riserva alle grandi organizzazioni criminali. Attendiamo, senza aspettarceli, i titoli su tutti i telegiornali di mezza sera, dato che, sei anni fa, non ce ne fu uno a riservare la prima pagina ad altri fatti”. “Tutto questo e molto altro attendiamo – conclude Iannone -, ma oggi ci limiteremo a brindare ai nostri fratelli, che nonostante gli anni vissuti con questa pesante scure pronta ad abbattersi sulle loro teste e sul movimento intero, non hanno mai smesso di essere uomini liberi”.
“Felice per l’assoluzione a formula piena dei 34 militanti di CasaPound, da parte della Seconda Corte d’Assise di Napoli. L’associazione sovversiva non è stata riconosciuta, così come gli altri capi di imputazione sono del tutto caduti. Esprimo soddisfazione per la sentenza, bisogna sempre avere fiducia nella giustizia. La magistratura oggi ha scritto una bellissima pagina di imparzialità, giudicando i fatti senza alcun approccio ideologico. Contento per l’assoluzione dei ragazzi ma anche perché i giudici hanno guardato con occhio attento a tutta la vicenda, non lasciandosi condizionare. Una magistratura così riesce ad infondere fiducia da parte dei cittadini nel suo operato”. E’ quanto dichiarato in una nota da Marco Nonno, consigliere comunale di Napoli di Fratelli d’Italia.
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