La ministra della Scuola Lucia Azzolina ha confermato che nelle prossime settimane partiranno tre concorsi pubblici per i docenti, che serviranno ad assumere 60mila insegnanti nelle scuole primarie e secondarie. “Non è normale avere 1 precario su 5 – aveva detto la ministra appena insediata – Il ministero dell’Istruzione ha vissuto di emergenze e non è mai stata fatta una degna programmazione di quanti andavano in pensione”.

Lo aveva anticipato in un’intervista al Sole 24 Ore in cui aveva dichiarato di voler favorire l’assunzione di un totale 62-64 mila posti da insegnante a cui ne dovrebbero seguire circa 5 mila per i prof di religione. I nuovi posti si sono liberati in seguito alla riforma del sistema pensionistico nota come Quota 100. “Sto lavorando perché i 9mila posti che non erano stati dati di ruolo possano essere dati subito”, ha dichiarato Azzolina.

I CONCORSI – Secondo le bozze pubblicate in Gazzetta, i concorsi in vista porteranno circa 70mila assunzioni nelle scuole secondarie di primo e secondo grado, primarie e per l’infanzia. Le selezioni pubbliche saranno rivolte a candidati abilitati e non abilitati, precari con 3 anni di insegnamento e laureati. L’obiettivo è di provare ad avere i primi docenti in cattedra già a settembre. Per la procedura straordinaria riservata ai precari di lunga data è previsto un solo quiz da 80 quesiti e la valutazione dei titoli. A disposizione ci saranno venti punti ulteriori, uno ogni anno di servizio. Per la procedura ordinaria, invece, due prove scritte e una orale precedute da una prova preselettiva nelle regioni con più candidati. Come per il concorso straordinario, la valutazione dei titoli potrà attribuire altri venti punti. A fine anno, invece, arriverà il bando per gli insegnanti di religione.

L’uscita dei bandi è attesa e sperata da tempo da migliaia di precari e aspiranti docenti ma che per i sindacati è solo “uno spot elettorale” della ministra, perché né i due concorsi ordinari né quello straordinario sono abbastanza per coprire le cattedre vacanti o per risarcire l’impegno di chi ha lavorato da precario. “I concorsi verranno banditi dove ci sono posti e non aspiranti: al Sud le graduatorie sono piene, al nord vuote: i concorsi vanno fatti dove c’è bisogno”, ha dichiarato il ministro dell’Istruzione.

GLI STIPENDI DEI DOCENTI – L’Italia ha il tasso più basso rispetto alla media Ocse di insegnanti della scuola primaria e secondaria nella fascia di età tra i 25-34 anni (lo 0,5% del totale), a dimostrazione di un andamento che, per essere invertito, avrebbe bisogno di interventi decisamente più strutturali.

Anche Papa Bergoglio ha criticato gli stipendi troppo bassi dei docenti. “Davanti alle sfide dell’educazione un ruolo cruciale è quello dei docenti, sempre sottopagati. La loro funzione deve essere riconosciuta e sostenuta con tutti i mezzi possibili. È necessario che abbiano a disposizione risorse nazionali, internazionali e provate adeguate”, ha detto durante un seminario in Vaticano.

Per la Scuola primaria, nei primi 10 anni di carriera gli insegnanti guadagnano in media 30.403 dollari annui, contro una media Ocse di 31.276 dollari (cioè 28.652 euro). Per le scuole medie e per le superiori, invece, il salario si alza di poco: in entrambi i casi si tratta di circa 32.725 dollari, cioè 29.979 euro. In Germania, paese più virtuoso, è quasi il doppio: 60.507 dollari annui alle scuole primarie, 67.163 alle medie e 70.749 alle superiori.

A fine carriera (cioè dopo oltre 30 anni di esperienza), gli insegnanti delle primarie in Italia possono arrivare in media a 44.468 dollari (40.737 euro), contro una media Ocse di 55.364. Alle medie si arriva a 48 833 dollari (44 735 euro), contro una media di 57.990, mentre alle superiori si alza un po’, arrivando a una media di 51.045 dollari (46.762 euro) contro una comunque decisamente più alta media Ocse di 60.677 dollari.

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