Letture
Spy story avvincente in cui il confine tra verità e manipolazione è sottile
Quell’intrigo internazionale in una misteriosa Sardegna: I giorni del corvo, il noir di Elisabetta Carta a metà strada tra fiction e cronaca

Con “I giorni del corvo” di Elisabetta Carta (lschira) ci troviamo tra le mani una classica spy story, persino sorprendente per esemplarità in un genere super-frequentato, diciamo pure inflazionato. Nel mare di romanzi di questo genere, “I giorni del corvo” si fa apprezzare perché piano piano salda la dimensione puramente letteraria a una massa cronachistica aderente alla realtà italiana: «Nei processi seguiti alla stagione delle stragi, era emersa l’esistenza di una rete di sorveglianza armata controllata da un settore dei servizi, di cui erano a conoscenza gli alti vertici dello Stato, ma di cui la popolazione era tenuta all’oscuro. Aldo Moro ne parlò a chi lo teneva prigioniero, ma nemmeno loro ne fecero parola, e il Paese non ne ebbe notizia fino a quando, nel 1990, Andreotti rivelò alla Camera dell’esistenza di Gladio, con la chiara premessa che si trattava di una struttura dismessa e di cose appartenenti al passato che non meritavano più attenzione, specie allora che anche Stay Behind era in dismissione e che la Guerra Fredda era finita. Tolti pochi addetti ai lavori, la notizia cadde nel silenzio, anche perché negli stessi giorni Saddam Hussein invadeva il Kuwait. Ma alcune ferite mai rimarginate, dopo quelle rivelazioni, hanno ricominciato a sanguinare».
Ma questo lo si racconta molto avanti; prima c’è tutta la vicenda del misterioso rapimento, in Libia, dell’ingegner Paolo Fabbri attorno al quale potrebbe ruotare un colossale intrigo internazionale. Ecco dunque il ministro, arrogantello ma impacciato, davanti al telegiornalista che lo inchioda: «Ministro, mentre parliamo è stata battuta un’Ansa che sta già facendo il giro del web. La leggiamo insieme in diretta. Paolo Fabbri, l’ingegnere informatico trattenuto in circostanze ancora poco chiare in Nord Africa, sarebbe in realtà un agente sotto copertura dei servizi segreti italiani. È quanto emerge da un’informazione diffusa su un canale Telegram, che cita fonti anonime vicine all’intelligence. Secondo il messaggio, Fabbri opererebbe con il nome in codice “Corvo” e sarebbe coinvolto in operazioni di sicurezza coperte dal massimo riserbo».
Fabbri in seguito viene liberato e riesce a lasciare la Libia per finire in Sardegna dove, insieme alla scorta del Maggiore Linda De Falco – forte figura femminile – dovrà scoprire che le peripezie sono tutt’altro che finite. Durante cinque giorni in auto attraverso le regioni dell’Isola, dal Sud-Ovest all’Ogliastra, dall’Oristanese al Limbara, si allungano sui protagonisti le ombre degli anni dell’eversione nera, con il ruolo ambiguo dei servizi segreti deviati e le moderne guerre cibernetiche, in cui la comunicazione è diventata un’arma di controllo politico. E su tutto, le cicatrici della Sardegna: terra da sempre contesa, sfruttata, militarizzata e infine abbandonata alla sua sorte. Mentre nei palazzi romani si cerca di sventare la crisi internazionale e il misterioso “Piano Legio” si svela poco a poco, Paolo e Linda si scoprono impreparati alla missione che li attende. La Sardegna, tra rocce millenarie e strade deserte, si rivela molto più di un semplice sfondo e diventa un Personaggio del romanzo: è un luogo carico di energie perturbanti, in grado di interferire nell’evoluzione del loro rapporto.
In un momento storico in cui il diritto alla verità è sistematicamente negato, il confine tra informazione e manipolazione si fa sempre più labile, con vecchi poteri che riscrivono la storia e nuove minacce che si muovono nell’ombra, Paolo e Linda dovranno decidere da che parte stare. Eleonora Carta ha già scritto altri noir, ma di certo “I giorni del corvo” è una prova matura in un genere non facile, tutta giocata sui colpi di scena e un alone di mistero che si stende su tutto il romanzo.
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