Per tutti i possibili beneficiari del Rdc definiti ‘occupabili’ il governo ha ridotto nella manovra varata a dicembre la durata massima del sussidio da 18 a 7 mesi e li ha obbligati a sei mesi di formazione, pena la perdita del sussidio. I nuovi percettori del Reddito, quelli entrati nella misura a gennaio 2023, ad agosto non lo prenderanno più.

La ministra del Lavoro Marina Calderone assicurava che “un beneficiario con 160 ore di formazione mirata e orientata alle esigenze delle imprese, dopo 3-4 settimane può uscire dal sussidio”. Alle porte di maggio però in molte regioni i corsi non sono ancora partiti. In particolare al Sud, dove risiede la maggior parte dei percettori. E se i percettori perdono il sussidio prima di frequentare i corsi, l’Italia rischia di perdere una fetta di Pnrr.

Il dietrofront è nelle bozze del decreto che riformerà la materia che moltiplicherà gli acronimi. Nel 2024 il Reddito si chiamerà Gil, ma già da quest’anno arriva Pal, e poi sarà il turno di Gal. Poi c’è anche il Gol, ovvero i corsi previsti dal programma Garanzia di occupabilità dei lavoratori, finanziato dal Pnrr con 4.4 miliardi a patto di mettere assieme 3 milioni di beneficiari e di coinvolgere 800 mila persone in attività di formazione entro il 2025.

A fine gennaio i beneficiari di Rdc inseriti in Gol erano 200 mila, meno della metà degli occupabili che la manovra di dicembre individua nelle persone tra 18 e 59 anni appartenenti a nuclei senza minori, senza componenti over 60 né disabili. E che, secondo le nuove disposizioni, perderanno il sussidio il prossimo agosto.

Secondo l’Anpal, in Calabria, Campania e Sicilia, dove finisce più della metà del Rdc, le persone considerate davvero occupabili, i cosiddetti work-ready, non superano il 3% dei percettori. Parte dei percettori obbligati alla formazione rischiano di perdere il sussidio prima ancora che inizino i corsi. E una volta perso il Reddito decadrà anche la condizionalità che li obbliga all’inserimento in Gol e alla formazione.

Un problema per il governo che deve rispettare i target legati al Pnrr che pretendono il coinvolgimento di disoccupati di lunga durata – giovani under 30 e lavoratori over 55 -, e che deve evitare che 500 mila percettori occupabili escano dalla misura prima ancora di essere stati coinvolti in una attività di formazione. In soldoni: bisogna rispettare l’obiettivo dell’Europa per portarsi a casa i fondi.

Redazione

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