De Luca ha capito subito la gravità del problema e ha preso provvedimenti giusti“. L’endorsment che non ti aspetti al governatore campano arriva da lontano. Non dai suoi compagni di partito ma dal capo del principale partito di opposizione, la Lega.

In un’intervista su Libero, Matteo Salvini sottolinea falle e meriti nella gestione dell’emergenza sanitaria. Se le prime sono soprattutto del governo centrale, “che ha vacillato”, i meriti sono tutti dei presidenti di Regione che hanno preso e richiesto provvedimenti all’altezza della situazione. In testa i governatori leghisti di Lombardia e Veneto, Attilio Fontana e Luca Zaia, ma anche il presidente campano del Partito democratico. Un appoggio non scontato che potrebbe però già essere indizio di una nuova strategia da mettere in campo quando si riprenderà la discussione sulle elezioni regionali.

Prima dello scoppio dell’emergenza sanitaria, infatti, il dibattito per la scelta dei nomi, tanto a destra quando a sinistra, era bloccata dai veti incrociati tra i partiti all’interno di entrambe le coalizioni. A destra, la Lega e una parte di Forza Italia aveva bloccato la candidatura dell’ex governatore della Campania Stefano Caldoro, riconfermata dal presidente Berlusconi nonostante le remore più volte sollevate dalla vicepresidente della Camera Mara Carfagna. Da parte sua, poi, Salvini aveva rivendicato, come azionista di maggioranza della coalizione, la scelta del candidato governatore.

Dall’altro lato, a sinistra, il Partito democratico, pur avendo riconfermato la candidatura del presidente uscente De Luca, aveva aperto al Movimento Cinque Stelle nel tentativo di arrivare ad una candidatura condivisa. I pentastellati avevano risposto con il nome del ministro dell’Ambiente Sergio Costa e un secco no a quello del governatore in carica. A tal punto che al tavolo convocato lo scorso 4 marzo per discutere insieme della creazione di un’ampia coalizione di centro-sinistra, i Cinque Stelle decisero di non sedersi affatto, lasciando il Partito democratico solo a discutere di alleanze.

Ma il tempo in politica è tutto, tanto più quando è attraversato una situazione di emergenza come quella generata dalla diffusione del Coronavirus. La gestione vigorosa messa in campo dal presidente De Luca, tra critiche e apprezzamenti, sortirà i suoi effetti quando la querelle politica prenderà  di nuovo il posto delle preoccupazioni sanitarie. E, allora, non si potranno riannodare i fili come se tutto fosse stato messo semplicemente in pausa. A meno di rovinosi scivoloni, la ricandidatura del presidente uscente ne uscirà rafforzata, complice anche l’esposizione mediatica di queste settimane, e i termine di negoziazione per tutti i possibili alleati, in primis il Movimento Cinque Stelle, si ridurranno notevolmente. Dall’altro lato, il centrodestra per arginare il governatore uscente non potrà che mostrarsi compatto intorno a un nome condiviso. Ed è possibile che il segretario del Carroccio, consapevole del calo nei sondaggi e del rafforzamento di De Luca, preferirà non andare incontro alla sconfitta con un suo nome.