Omicidio preparato nei dettagli
Relazione con la moglie di un boss, il clan scava la fossa: amante salvato dalla polizia
Un omicidio già annunciato e preparato nei minimi particolari, sventato dalla polizia poco prima che avvenisse. Il “tribunale della camorra” aveva deciso che un uomo – che fa parte del clan Abbinante, molto potente a Scampia – doveva essere eliminato per motivi “d’onore”.
Aveva infatti una relazione con la moglie di un detenuto in carcere. Il suo omicidio era stato preparato talmente bene che ad Arzano, nell’area nord di Napoli, era anche già stata scavata una fossa per nascondere il corpo, ed era stato già fissato l’appuntamento per eseguire il raid. L’uomo aveva ricevuto una chiamata per un incontro nelle campagne, dove sarebbe poi stato sepolto.
Un’indagine della polizia è riuscita a bloccare i sicari e arrestato i responsabili. In carcere con un decreto di fermo, poi convalidato, sono finiti il boss Antonio Abbinante, il figlio Raffaele, e gli affiliati Antonio Esposito, Paolo Ciprio e Salvatore Monreale.
Nonostante alcune perquisizioni mirate per far desistere boss e affiliati, il clan ha continuato nel suo progetto. In un video anche il momento preciso nel quale gli affiliati hanno scavato la fossa. L’uomo, identificato dopo alcuni giorni di ricerca, doveva essere ucciso anche se faceva parte della stessa cosca.
Aveva una storia d’amore con la moglie di un elemento di vertice in carcere e per questo, secondo l’accusa, il boss Abbinante aveva deciso di ucciderlo. Aveva provato a negare la negazione, ma il clan era certo che i due si frequentassero.
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