Un successo la due giorni di Renew Europe a Roma che è terminata ieri mattina, quando nelle austere stanze del Senato italiano si è riunito l’ufficio di Presidenza del gruppo. Il gruppo centrista del Parlamento europeo, formato dai liberali dell’Alde (di cui fa parte Più Europa), dai riformisti del Partito Democratico Europeo (di cui sono membri sia Azione che Italia Viva) e da partiti indipendenti come il francese Renaissance di Emmanuel Macron, si è presentato all’appuntamento di Roma con il dichiarato – anche sulle pagine di questo quotidiano, con una intervista al capogruppo Sejourné – obiettivo di insistere per una lista unica alle elezioni europee del giugno 2024 in Italia.

E la cornice per un accordo anche nel Bel Paese è stata peraltro servita su un piatto d’argento nelle settimane scorse a Bruxelles, dove tra le componenti di Renew è stato firmato un memorandum che prevede una campagna elettorale comune in tutta Europa e quindi anche in Italia. A parte qualche isolato rumore in sala ad alcuni passaggi dell’intervento di Carlo Calenda tra il pubblico dell’affollata sala del Piccolo Eliseo dove mercoledì sera si è tenuto l’evento pubblico, i parlamentari europei hanno ascoltato gli interventi finali di Matteo Renzi, Riccardo Magi, Giuseppe Benedetto e dello stesso Calenda.

Netto Matteo Renzi: “Per allargare la famiglia di Renew – ha detto – bisogna accettare l’idea che non si possa essere d’accordo con tutti”, ha dichiarato l’ex Presidente del Consiglio, per poi chiudere con un appello da sempre nelle sue corde: “torniamo alla politica, che è l’alternativa al populismo”. Carlo Calenda si è invece concentrato sul percorso da fare insieme e su ciò che va evitato: “Non promettere più di ciò che possiamo mantenere, tenere il nucleo dei gruppi unici in Parlamento e cessare ogni tipo di attacco reciproco. E poi lavorare con grande calma: il problema non è fare una lista per le Europee, ma renderla credibile” facendo battaglie comuni, ha chiosato.

E di battaglie comuni ha parlato anche Riccardo Magi, nonostante il suo sia stato l’intervento più cauto: “è ancora prematuro parlare ora di una lista unitaria”, ha spiegato, per poi ribattere che “ci sono punti da chiarire, a partire dai diritti”. E di diritti – elemento che da sempre caratterizza molto le politiche di Bruxelles – si è parlato molto nella due giorni romana, così come di immigrazione, Ucraina, difesa comune e sicurezza.

“Superate le difficoltà ed andate insieme”, ha detto a tutti Stephane Séjourné, accompagnato dalle nette parole del segretario del PDE Sandro Gozi (“La nostra ambizione deve essere di costruire un’alternativa di valori e politica. A una condizione: l’alleanza tra tutte le forze che guardano a Renew e una lista comune alle elezioni europee”) e dalle dichiarazioni dei due “ospiti”, gli europarlamentari italiani Nicola Danti di Italia Viva, che del gruppo Renew Europe è vicepresidente del gruppo, e Giosi Ferrandino: “la lista unica si deve fare” ha detto il primo, “l’unità dei liberali e dei popolari – ha chiosato con nettezza il secondo – deve definirsi con la lista per le europee”.

Giornalista, genovese di nascita e toscano di adozione, romano dai tempi del referendum costituzionale del 2016, fondatore e poi a lungo direttore di Gay.it, è esperto di digitale e social media. È stato anche responsabile della comunicazione digitale del Partito Democratico e di Italia Viva