Nato 38 anni fa a Versailles, di Stéphane Séjourné verrebbe quasi da dire che nel suo impero non tramonta mai il sole: da settembre è sì Segretario Generale di Renaissance, il partito di Emmanuel Macron, ma è anche e soprattutto Presidente del gruppo Renew Europe a Bruxelles, di cui sono parte i due grandi partiti europei ALDE (cui aderisce Più Europa) e PDE (Partito Democratico Europeo, cui aderiscono Azione e Italia Viva). In tema di prospettiva europea, dei prossimi appuntamenti elettorali e del grande polo liberal-riformista in Italia, è la persona giusta da intervistare.

Stéphane, manca un anno alle elezioni europee. Come si sta preparando Renew Europe a questa sfida? «Quella del 2024 sarà un’elezione cruciale che avrà importanti conseguenze economiche e geopolitiche. Il sostegno all’Ucraina, l’ancoraggio dell’Unione al campo delle democrazie con gli Stati Uniti, il nostro percorso verso le emissioni zero… tutto ciò che si dà per scontato potrebbe essere messo in discussione. C’è il rischio di tornare indietro se la destra, compresa l’estrema destra, avrà la maggioranza o se l’estrema sinistra radicalizzerà i socialisti. Ci stiamo quindi preparando a difendere il bilancio del lavoro svolto e a offrire una prospettiva chiara oltre le tentazioni degli estremismi. L’Europa o sarà governata al centro o sarà ingovernabile».

Su quali temi vi caratterizzerete quando si andrà alle urne il prossimo anno? «La sovranità europea in tutte le sue componenti sarà sicuramente al centro della campagna elettorale. Come reindustrializzare l’Europa? Come creare posti di lavoro? Come può l’Europa essere il motore delle rivoluzioni tecnologiche e della transizione green di domani? Gli europei hanno capito che non possiamo più essere così dipendenti dal mondo esterno. Questa è la garanzia di energia a basso costo per le aziende e i cittadini e dell’attrattività economica del nostro continente, e quindi dell’occupazione. È la strategia che serve per salvaguardare la classe media europea»

Avete firmato un memorandum con il Partito Democratico Europeo, l’ALDE e i partiti indipendenti come Renaissance in Francia. Sarà questo lo schema di gioco per le europee, con il simbolo “Renew Europe”? «Andremo uniti alle elezioni europee. Un’ottima notizia e non è una sorpresa. Il terzo polo europeo è una realtà. Siamo la terza famiglia politica europea, ma siamo quelli che consentono di avere la maggioranza al Parlamento europeo. Avremo un metodo di lavoro comune, eventi condivisi. Saremo orgogliosi dei risultati del nostro lavoro, ma saremo anche un’alternativa alle vecchie famiglie socialiste e conservatrici»

In Italia, i partiti riformisti e liberali che fanno parte del PDE e dell’ALDE sono attualmente divisi. Spera in una lista comune tra questi partiti? «Questo lo decideranno i partiti italiani. Io so una cosa: tutti i riformisti e i liberali italiani siederanno insieme dopo il 2024 nel gruppo Renew Europe. C’è unità nel Parlamento europeo».

Parliamo di immigrazione. Il meccanismo di distribuzione dei migranti si è rotto. Abbiamo bisogno di una cabina di regia europea? Abbiamo bisogno di più Europa? «Il Patto europeo su asilo e migrazione è sicuramente la riforma più importante di questa fine mandato. L’Italia potrà tirare un sospiro di sollievo con questa riforma, che prevede solidarietà nell’accoglienza dei richiedenti asilo, ma anche metodi efficaci per respingere chi non ha il diritto di entrare in Europa. La soluzione è quindi avere più Europa, non meno, ma noto con grande rammarico che le destre stanno facendo di tutto, in Europa, per impedire il successo dei negoziati per motivi puramente elettorali. Spero che alla fine la destra europea e la coalizione di destra italiana si dimostrino più responsabili rispetto alle ultime interlocuzioni».

I tuoi commenti sulla questione dell’immigrazione hanno fatto scorrere molto inchiostro in Italia. Confermi il tuo giudizio? «L’eccessiva reazione della coalizione governativa alle mie osservazioni fa parte di una strategia di comunicazione. Sono un europarlamentare, il leader di un gruppo europeo. La migrazione è una questione europea. Chi può sorprendersi se esprimo la mia opposizione alla politica migratoria della presidente Meloni?»

Il Presidente Zelensky è stato recentemente a Roma. L’Europa ha difficoltà a parlare con una sola voce. Se l’Europa fosse più forte, la pace sarebbe più vicina? «La pace è possibile solo se l’Ucraina vince. Un’Europa unita è la garanzia che questa vittoria sia possibile. A parte l’Ungheria, le divisioni non sono così forti, ma trovano eco in Italia, dove esiste una forte narrazione cosiddetta pacifista che in realtà è filo-russa».

Il modello di difesa europeo, con la creazione di un esercito europeo, è nell’agenda di Renew Europe? «Non solo è all’ordine del giorno, ma stiamo portando avanti l’iniziativa legislativa per una difesa europea come mai prima d’ora. Renew Europe è stato tra i primi promotori del Fondo Europeo per la Difesa, della fornitura di armi e degli equipaggiamenti all’Ucraina tramite fondi europei e, più recentemente, di un piano europeo per la produzione massiva di munizioni. In 5 anni abbiamo fatto passi da gigante e non torneremo indietro».

Democrazia e diritti nell’Unione. Qual è la posizione di Renew Europe sulla corsa alle “democrature” che alcuni Paesi europei, a partire dall’Ungheria, sembrano voler intraprendere? «Renew Europe è il gruppo che ha proposto e ottenuto di condizionare i fondi europei al rispetto dello stato di diritto. A nostro avviso, neanche un centesimo dovrebbe andare agli autocrati. Vediamo già i governi polacco e ungherese fare marcia indietro sulle riforme della giustizia o sulle leggi discriminatorie. Il nostro gruppo non si arrenderà e chiede non solo promesse, ma l’effettiva attuazione di cambiamenti prima che i governi ricevano il denaro dei contribuenti europei»

Abbiamo lanciato il nuovo giornale “Il Riformista” e il 24 e 25 maggio saremo presenti alla presidenza di Renew, organizzata a Roma. Puoi dirci quali sono i temi che affronterete? «Per noi sarà l’occasione per mostrare il pieno sostegno della famiglia europea ai nostri alleati italiani. È anche una grande opportunità per gli attivisti riformisti, liberali e centristi di incontrare e discutere con gli europarlamentari di tutta Europa. A un anno dalle elezioni europee, è un segnale forte. Nel 2024 avremo bisogno di tutte le forze del Terzo Polo per far eleggere il maggior numero possibile di europarlamentari del gruppo Renew Europe»

Alessio De Giorgi

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