I veri miracoli li hanno fatti e li stanno facendo i presidi, a cui spetta la responsabilità concreta dell’inizio dell’anno scolastico. E Il vero miracolo è far iniziare l’anno scolastico in tempo, il 14 settembre, in una situazione di fortissimo ritardo: i banchi monoposto non arriveranno fino a ottobre (o oltre), i lavori di edilizia leggera in molti casi non termineranno per il 14 settembre e soprattutto le assunzioni e i supplenti arriveranno ben oltre l’inizio dell’anno scolastico e i mezzi di trasporto sono insufficienti e non riusciranno a portare a scuola tutti gli studenti. Non sappiamo ancora come ci comporteremo per i lavoratori fragili.
Di fronte a tutto questo, a ritardi non imputabili ai presidi, è necessario rivedere la responsabilità penale attribuita ai dirigenti scolastici in relazione alla malattia da Covid-19 e dunque alla sicurezza sui luoghi di lavoro.
Mi chiedo se forse le scuole siano meno importanti delle discoteche, per cui è stata decisa la chiusura e in precedenza alcune regioni avevano previsto l’ingresso al 50% e distanziamenti da 1 a 2 metri. E non solo: che messaggio contrastante daremmo ai nostri giovani se chiediamo loro di rispettare le misure di prevenzione (distanziamento, mascherina e igienizzazione delle mani) e poi a scuola deroghiamo proprio al distanziamento?
Eppure noi presidi siamo in prima linea e il parere del CTS sulla deroga al distanziamento ci ha a dir poco disorientato. Attendiamo gli esiti dell’incontro convocato d’urgenza dal CTS per il 19 agosto.
Per questo da semplice Dirigente Scolastica, che fa da voce a quanto pensiamo in tanti – genitori compresi – mi rivolgo al CTS: non si può derogare in materia di sicurezza, non è etico. I genitori hanno il diritto di sapere che i loro figli studiano in un ambiente sicuro e il distanziamento sociale è una delle principali misure prescritte per prevenire il contagio.
Nel tavolo tecnico per la riapertura dell’anno scolastico in Lombardia parte organizzativa di cui faccio parte ribadirò questo.
Nel parere del 28 maggio inoltre il CTS ha infatti affermato che “il distanziamento fisico – inteso come 1 metro fra le rime buccali degli alunni – rimane un punto di primaria importanza nelle azioni di prevenzione”. Da questo noi tutti dirigenti scolastici siamo partiti e stiamo predisponendo il piano per il rientro a scuola. La nostra è anche una responsabilità penale e civile. E il nostro dovere primario è di far rientrare gli studenti e i docenti scuola garantendo la massima sicurezza, equilibrando il diritto alla salute e all’istruzione. Da tempo lavoriamo su questo.
Oltretutto le norme sulla sicurezza prevedono vie di fuga di 60 cm tra banco e banco e a questo punto calcolando un banco standard di 70 cm lo spazio tra studente e studente è di più di 1 metro in ogni caso.
Come presidi continueremo a lavorare per riaprire le scuole, ma non derogheremo certo alle norme e alla tutela della salute dei nostri studenti.
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