La frase che ha chiuso l'anno
Ricchi e Poveri, Angelo Sotgiu è l’idolo rock di Capodanno: bulletti disagiati della trap fatevi da parte
I Måneskin, ad Angelo dei Ricchi e Poveri, gli fanno un baffo. E vi assicuro che lui avrebbe usato un altro termine. C’è gente che passa la vita a comprare vinili dei peggiori ceffi del rock’n’roll, a coltivare un insano piacere nell’ascolto di brani di Frank Zappa, Eminem e Skiantos. Poi – proprio a cavallo tra il 2024 e il 2025, nel momento più rilevante e propizio – tutte le loro certezze sul rock franano sulla frase “apritemi il microfono, teste di ca…”, pronunciata in diretta televisiva, a 20 secondi dall’avvio del nuovo anno, dal cantante dei Ricchi e Poveri. Il video di quel momento è ormai virale sui social. Ed è chiaro il motivo: a pensarci bene, nessuno si aspetta che il duo possa avere un approccio tanto diretto o fare rime molto differenti da amore/cuore, emozione/canzone. E francamente tutti possono pensare che la parola “teste di ca…” stia meglio in bocca – che so io – a Marilyn Manson che al biondo dei Ricchi e Poveri.
La performance è andata in scena su Rai Uno, la rete tv ammiraglia del servizio pubblico, quella dedicata alle famiglie e agli anziani. Il giorno dopo il Tg1 ha tenuto a precisare che la trasmissione L’anno che verrà – condotta da Marco Liorni e depositaria della lapidaria frase con l’organo maschile scandito dentro – si è aggiudicata il 37% di share, con 5 milioni e 400mila spettatori. E la cosa in sé è sublime. Di fronte a quasi il 10% della popolazione italica, nel momento più simbolico dell’anno televisivo (vale a dire il conto alla rovescia per lo scoccare della mezzanotte e finalmente il passaggio al nuovo anno, pieno di speranze positive, di promesse tenaci, di propositi umanitari), irrompe una parte che tutti tendiamo a nascondere, soprattutto in pubblico, a maggior ragione in tv: l’animale che alberga in ciascuno di noi. Sì, perché – nonostante tutto (anche certe espressioni dei politici contemporanei ce ne danno prova spesso) – noi umani siamo pure bestie.
E la bestia, il 666 – come si sa – sono parte del rock’n’roll. Si è sempre detto che il rock è nato dai demoni del blues, cioè uno stato di depressione o agitazione causata dalla bevanda Canned Heat, un miscuglio a base di etanolo che metteva in uno stato allucinatorio e depressivo chi ne faceva uso. Roba vecchia, dei primi del Novecento.
Oggi l’urlo belluino e liberatorio nasce per colpa di un microfono e viene formulato da chi, fino a poco prima, cantava Sarà perché ti amo. Nella sua meravigliosa e assoluta verità della diretta televisiva, nella marcata distruzione dell’ipocrisia sociale per cui non si trattano male i “tecnici del suono” al tuo servizio, come lo sbrego nel fondale di scena dello spettacolo, “teste di ca…” è lo strappo nel cielo di carta pirandelliano. Edoardo Bennato e Vasco Rossi, fatevi da parte. Bulletti disagiati della trap de noantri, fatevi da parte. Da oggi c’è un nuovo idolo rock. Lunga vita ad Angelo dei Ricchi e Poveri! Lunga vita al rock’n’roll!
Auguri per un 2025 sobrio e rilassato come Angelo Sotgiu. pic.twitter.com/MsZepenuE2
— Scrocknroll (@scrocknroll) January 1, 2025
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