«La pace sia con voi». Con queste parole ha aperto ufficialmente il suo pontificato Robert Prevost, primo Pontefice nordamericano della storia della Chiesa: Leone XIV. È presto per valutare quale direzione prenderà il suo operato, ma il nome scelto non è neutro. Al contrario, richiama un riferimento preciso e carico di significato: Leone XIII, il Papa che traghettò la Chiesa dall’Ottocento reazionario al Novecento moderno.

I predecessori

Leone XIII fu il primo Santo Padre a esercitare il suo ministero senza più il potere temporale, perso con la presa di Roma nel 1870. Nel corso dei suoi 25 anni di pontificato, affrontò con lucidità le sfide della modernità, parlando del lavoro, della dignità dei lavoratori, del diritto alla proprietà privata e sostenendo la nascita dei sindacati cattolici. In aperta critica tanto al socialismo rivoluzionario quanto al liberismo sfrenato, Leone XIII pose le basi della dottrina sociale della Chiesa. Lo fece con rigore e profondità, guadagnandosi il soprannome di “Papa delle encicliche”: ne scrisse 86, tra cui la più celebre, Rerum Novarum (1891), che affrontava per la prima volta in modo sistematico la “questione sociale” dell’epoca industriale. Fu un passo storico: per la prima volta, la Chiesa prendeva posizione su temi socio-politici, mostrando piena consapevolezza del tempo in cui agiva.

Il dialogo con la modernità

Ma Leone XIII fu anche il Papa del dialogo con la modernità. Pur definendosi “prigioniero in Vaticano”, lavorò per ricucire i rapporti con gli Stati nazionali dopo i conflitti del Risorgimento, e aprì la Chiesa al confronto con la scienza e la cultura laica. Sul piano internazionale, cercò un difficile equilibrio tra le potenze europee e favorì una partecipazione attiva del cattolicesimo alla vita pubblica, specie in Francia e in Germania.

Il traghettatore

In questo senso, Leone XIV potrebbe raccogliere l’eredità di quel predecessore che ha evocato fin dal nome. Come Leone XIII fu ponte tra due epoche – tra la Chiesa dell’ancien régime e quella del secolo industriale – così Leone XIV potrebbe essere il Papa di transizione tra un mondo che sembra al tramonto e uno che ancora non si è mostrato. E in questo chiaroscuro di gramsciana memoria, il suo compito potrebbe essere proprio quello di traghettatore, tra l’instabilità e un nuovo equilibrio. Perché è proprio nei chiaroscuri della storia che servono guide forti, lucide, capaci di attraversare la nebbia. Per evitare che nascano i mostri.