Era considerato un papabile di compromesso, con un profilo internazionale in grado di unire diverse sensibilità all’interno della Chiesa. Ora toccherà a Prevost, Papa Leone XIV  “essere un buon pastore”. Poche le interviste rilasciate da Prevost in questi anni, in una recente a Vatican News parlava della sua vocazione: “Credo nell’essere un missionario, nell’annunciare il Vangelo là dove uno si trova”.

Prevost: “Il vescovo è un pastore vicino al popolo non un manager”

Prevost aveva delineato l’identikit del vescovo nel contesto attuale: “Il vescovo e’ un pastore vicino al popolo, non un manager. Spesso ci siamo preoccupati di insegnare la dottrina, ma rischiamo di dimenticare che il nostro primo compito e’ comunicare la bellezza e la gioia di conoscere Gesù'”. All’interno di questa visione, aveva sottolineato anche l’importanza della trasparenza e dell’accompagnamento delle vittime di abusi, affermando con chiarezza che “il silenzio non è la soluzione”. 

Redazione

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