Al Sud si contano i danni causati dalla striscia di incendi che ha devastato i territori. La situazione sembra essere tornata sotto controllo, ma i tre giorni di inferno hanno lasciato strascichi (materiali ed economici) che specialmente nei prossimi mesi impatteranno sulla vita dei cittadini. L’eccezionale ondata di calore e le forti folate di vento hanno lasciato spazio a un quadro meteorologico che si prospetta essere favorevole: dalle correnti atlantiche più fresche ci si aspetta un calo delle temperature. Una condizione che di certo non ripaga le drammatiche conseguenze, ma che almeno scongiura il pericolo di aggravare ulteriormente una circostanza grave.

Il caldo africano ha ormai le ore contate, mentre non mancano singole situazioni locali che vanno monitorate e che ancora oggi sono sintomo di preoccupazione. Nel Messinese l’emergenza sta pian piano rientrando, eccezion fatta per la presenza di alcuni fronti ancora aperti: i focolai riguardano i territori di Santa Teresa, Letojanni e Savoca. Abitazioni distrutte, famiglie sfollate, ettari di patrimonio boschivo andati bruciati, impianti di illuminazione e telefonia danneggiati dalle fiamme. Sono stati momenti di grande apprensione per il pilota della Forestale siciliana alla guida dell’elicottero che è precipitato nel corso delle operazioni di spegnimento della Riserva naturale di Pantalica (Sortino): il 57enne ha riportato solo escoriazioni ed è stato ricoverato sotto osservazione. Secondo una prima ricostruzione, il mezzo mentre si stava alzando in volo dopo aver raccolto l’acqua avrebbe sfiorato i cavi dell’alta tensione (a causa della scarsa visibilità e del vento) per poi precipitare.

La quarta vasca della discarica di Bellolampo a Palermo continua a bruciare e c’è da aspettarsi che il tutto possa proseguire ancora per alcuni giorni, impedendo ai camion di raccolta dei rifiuti di scaricarli nelle vasche non toccate dal fuoco. A tal proposito il governo regionale ha provveduto a deliberare lo stanziamento straordinario di un milione di euro in favore del Comune di Palermo per fronteggiare l’emergenza che sta interessando l’area. In Salento nella tarda mattinata di ieri si è sviluppato un incendio a Marina di Corsano (provincia di Lecce), mandando in fumo una macchia mediterranea di pregio.

A Torre Mozza – la marina di Ugento, nel Salento ionico – si è registrato un vasto incendio: a scopo precauzionale è stata evacuata una delle strutture ricettive e i bagnanti sono stati fatti allontanare dai lidi. Un uomo di oltre 75 anni è stato arrestato dai carabinieri della stazione di Barrafranca, nell’Ennese: il presunto piromane avrebbe appiccato un incendio che poi ha distrutto 30 ettari di uliveti. Nel giro di 36 ore è stato chiuso un importante incendio che aveva colpito il Monte Morrone. Le condizioni iniziali erano estremamente sfavorevoli ma, nonostante il vento impetuoso e le fiamme, i soccorritori sono stati in grado di ripristinare una situazione di normalità.

Il governatore della Regione Abruzzo, Marco Marsilio, si è recato sul posto: ha ringraziato loro “per l’eccezionale lavoro svolto nel fronteggiare con determinazione questa emergenza”, esprimendo la propria gratitudine nei loro confronti. La conta è impressionante. In Sicilia si stimano che i roghi abbiano causato oltre 60 milioni di euro di danni e, come se non bastasse, a questi vanno aggiunti i circa 200 milioni per la distruzione di produzioni e strutture agricole. In Puglia sono andati in fumo circa 1.400 ettari tra macchia mediterranea, bosco e pascoli. Gilberto Pichetto Fratin, ministro dell’Ambiente, ha fatto sapere che solamente nelle aree a parco sono bruciati più di 2.000 ettari. Il tutto diventa ancora più impressionante se si considera che per rimboschire le zone colpite ci vorranno almeno uno o due decenni.

Nel frattempo sui social sta spopolando una foto che ritrae un gruppo di pompieri accasciati su un marciapiede, letteralmente stremati per il carico eccessivo di lavoro e il sacrificio profuso in questi giorni per far fronte all’emergenza incendi. A terra, dopo sforzi massacranti. Dalle loro posture e dai loro volti emerge tutto la stanchezza. L’immagine, scattata a Lentini, è emblematica: è la rappresentazione perfetta delle conseguenze fisiche vissute da chi è in prima linea per salvare il prossimo e il territorio mentre la Sicilia è divorata dal fuoco. La foto è diventata il simbolo della lotta agli incendi in Sicilia. Ma anche a quelli che in generale hanno interessato il Sud. Eroi stremati, eroi del nostro tempo. Una semplice “grazie” può sembrare scontato, ma è il più sincero e naturale omaggio che si può rivolgere ai coraggiosi uomini in divisa che vanno oltre ogni difficoltà mettendo a repentaglio la propria vita per mettere al sicuro quella altrui.

Luca Sablone

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