Roma ha già un piano rifiuti. Zingaretti continua a mentire ai romani. Lo scrive su Facebook l’assessora ai Rifiuti di Roma Katia Ziantoni. «Il piano industriale pluriennale, adottato da Roma e già inviato alla Regione Lazio, dice si a: 2 impianti di trattamento della frazione organica, a Casal Selce e Cesano (autorizzati dalla Regione Lazio nel 2020); 1 nuovo Tmb per il trattamento dell’indifferenziato per il quale Ama ha in corso trattative nella zona industriale di S. Palomba; l’acquisizione di 1 impianto esistente per il trattamento dei rifiuti indifferenziati; 2 impianti di selezione multi (plastica e metalli) e carta di cui uno a Rocca Cencia attraverso la riconversione del Tmb esistente».
ATTACCO FRONTALE A ZINGARETTI

L’assessore Ziantoni, inoltre, sottolinea che il piano industriale pluriennale dà parere positivo anche a: «17 nuovi centri di raccolta alcuni dei quali avviati anche grazie ai contributi regionali; 15 compostiere in parte cofinanziate dalla Regione e ulteriori progetti per l’auto compostaggio; 1 modello strategico sullo spreco alimentare previsto nel nuovo piano economico finanziario; 37.000 nuovi cassonetti; la sostituzione del parco mezzi; 2 nuovi piani assunzionali; il 65 per cento di raccolta differenziata al 2024, come dettato dalle recenti direttive europee. L’attuazione del piano industriale – continua l’assessore – è in linea con l’arco di tempo previsto dal piano regionale dei rifiuti, ovvero al 2024. La Regione Lazio, con ordinanza, vorrebbe imporre una discarica dentro Roma sapendo benissimo che non vi sono aree idonee all’interno della città, a meno che non si voglia tornare sugli stessi siti di attenzione progettuale, noti alla cronache. Sempre con ordinanza, Zingaretti vorrebbe imporre il revamping del Tmb di Rocca Cencia, in barba ai cittadini che da anni chiedono la riqualificazione del quadrante dimenticando che il suo assessore, Valeriani, scese a tutela del territorio quando il Tmb Salario (gemello di Rocca Cencia) era ancora in esercizio, con una sola differenza: il Municipio III è guidato dal Pd, il VI dal M5s».
IL PROBLEMA DEGLI ATO

Tornando alla questione degli Ato: «per legge, l’autosufficienza impiantistica è richiesta alla città metropolitana di Roma, non a Roma Capitale che comunque ha già previsto, al suo interno, tutti gli impianti di trattamento – prosegue l’assessore Ziantoni -. Nessun Ato della Regione, a parte la provincia di Viterbo, è autosufficiente, ma Zingaretti continua a far passare la crisi del Lazio per la crisi della Capitale dimenticando che manca persino la legge di regolazione degli Ato. Il piano stabilisce che ogni Ato, cioè ogni ambito provinciale, debba raggiungere l’autosufficienza entro 36 mesi dall’adozione. Ecco perché le ordinanze, di fatto, smentiscono il suo piano regionale dei rifiuti, adottato soltanto l’anno scorso», conclude Ziantoni .

Redazione

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