Karima el Mahroug è stata assolta nel primo grado del processo Ruby Ter, che portava il suo nome: “Ruby Rubacuori”, com’era stata soprannominata dalla stampa, è stata assolta “perché il fatto non sussiste” con l’ex Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi e altre venti giovani donne ospiti delle cosiddette “cene eleganti” nelle serate della villa di Arcore del leader di Forza Italia. “Non immaginavo una cosa così – ha detto dopo la lettura del dispositivo – Sono contentissima. È stata una liberazione” da una vicenda “che mi ha travolto” quando “avevo 17 anni e che è stata un macigno non da poco”, ha detto ai cronisti. Alcuni altri imputati per posizioni minori sono invece stati prosciolti per intervenuta prescrizione.

“Sono stati anni difficili, dove ho perso la mia identità. Ho fatto la mamma, sono stata forte ma ho avuto anche molti momenti di cedimento”, ha detto Karima El Mahroug dopo la lettura della sentenza di assoluzione. Poche dichiarazioni: domani “risponderò a tutte le domande. Finalmente vi potrò raccontare la mia storia” in occasione della presentazione del suo libro Karima alle 10:30 all’hotel Diana a Milano. Dopo la lettura della sentenza si è presentata nell’aula bunker di San Vittore, dov’è stato letto il dispositivo del verdetto, ha stretto le mani al procuratore aggiunto Tiziana Siciliano e al pm Luca Gaglio e ha rilasciato qualche dichiarazione. Ha regalato una copia del suo libro al procuratore Siciliano.

Karima el Mahroug si è detta “vittima del circo mediatico, mi hanno strumentalizzata. Pentita di avere parlato? Ho fatto come meglio potevo, avrei potuto fare meglio ma sono fiera del mio percorso” e ha aggiunto che “Ruby è stata tutta un’invenzione, il mio nome rimane Karima e ora è finito un incubo”. All’epoca dello scandalo mediatico del “Bunga Bunga” aveva 17 anni. Era arrivata dal Marocco con i genitori, era cresciuta nelle campagne di Letojanni, in provincia di Messina. Il padre faceva l’ambulante e lei scappò da una comunità dopo essere stata abbandonata dalla famiglia. A un concorso di bellezza nel 2009 venne notata da Emilio Fede, secondo la ricostruzione dei pm. L’anno dopo esplose il caso del “Bunga Bunga”. I processi su quelle che vennero definite “cene eleganti” hanno finito per portare il suo nome.

Per Karima El Mahroug era stata chiesta una condanna a cinque anni di reclusione per corruzione in atti giudiziari e la confisca di cinque milioni di euro per non aver rivelato quello che sarebbe successo a Villa San Martino. Secondo Gaglio “le centinaia di migliaia di euro che spendeva le venivano consegnate, tramite il suo legale Luca Giuliante, da Berlusconi; lei più di così non poteva spendere, più di così c’era solo buttare i soldi dalla finestra”. E invece: il fatto non sussiste. “Ho bisogno di tempo per assimilare, sono contenta perché finalmente una parte di verità è venuta fuori”. Oggi El Mahroug è una donna di 30 anni, è madre di una bambina e ha un compagno, vive a Genova.

“Per fortuna oggi c’è un’assoluzione in cui si può parlare e dire che tutto quello che si è detto da parte mia è sempre stata la verità. Di Berlusconi, anche ai tempi, ne ho sempre parlato bene, non ho mai parlato dell’uomo politico. Ho sempre parlato dell’uomo e con me si è sempre comportato bene e quindi potrò solamente essergli grata, grata di aver conosciuto una persona così. Poi quello che è venuto dopo non lo auguro a nessuno, in tanti momenti ho pensato anche che era meglio non averlo mai incontrato. È stata una battaglia molto grande forse più grande di me e io sono sempre stata la vittima”, ha aggiunto citata da Lapresse.

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Giornalista professionista. Ha frequentato studiato e si è laureato in lingue. Ha frequentato la Scuola di Giornalismo di Napoli del Suor Orsola Benincasa. Ha collaborato con l’agenzia di stampa AdnKronos. Ha scritto di sport, cultura, spettacoli.