Conosco personalmente Mario Oliverio, Enza Bruno Bossio e Nicola Adamo. Da molti anni. Conosco le tante battaglie che hanno condotto, sempre dalla stessa parte: del lavoro, della lotta alla povertà, della giustizia sociale, dei diritti. Non ho mai avuto neppure il minimo dubbio sulla loro innocenza. Del resto mi pare che persino la Corte di Cassazione abbia avuto pochi dubbi, quando, due anni fa, annullò il provvedimento cautelare contro Mario Oliverio, cioè contro il presidente della regione Calabria, che era stato costretto al domicilio coatto in un paese di montagna dalla testardaggine di un magistrato. La Cassazione disse – e scrisse – che il provvedimento era dovuto ad un “evidente pregiudizio accusatorio” contro Oliverio. Da parte di chi? Immagino del procuratore di Catanzaro, che si chiama Nicola Gratteri. Non so se lo avete mai sentito nominare, magari lo avete scorto in qualche trasmissione Tv, dove è ospite fisso… Gratteri aveva chiesto al Gip l’arresto di Oliverio. Il Gip, che in genere è molto tenero con Gratteri (come quasi sempre i Gip lo sono nei confronti dei loro colleghi Pm) pare che sorrise e disse: beh, senza neppure un indizio è impossibile…

Già. Io faccio questa semplice domanda: ma un procuratore della repubblica che chiede di arrestare il Presidente della regione, e poi viene schiaffeggiato prima dalla Cassazione che gli rivolge un’accusa pesantissima (grave pregiudizio accusatorio) e poi da un Gup che assolve per non aver commesso il fatto il Presidente e tutti gli altri imputati politici (che, anzi, non vengono nemmeno rinviati a giudizio dopo un paio d’anni di gogna), un procuratore della repubblica, dico, (sempre lo stesso) che invece di tacere, il giorno in cui viene eseguita la misura contro Oliverio, dichiara ai giornalisti, testualmente: “Posso dirvi che siamo tranquillissimi delle risultanze investigative e che anzi queste miglioreranno. Ci saranno altre novità, ci saranno sorprese…”, e poi aggiunge: “Con quasi 17 milioni di euro la Regione ha contribuito a ingrassare alcune cosche”… beh – chiedo sommessamente – questo Procuratore deve necessariamente restare al suo posto?

Voglio dire: Nicola Gratteri ha condotto molte inchieste giudiziarie in Calabria, tutte con risultati scarsissimi. Ora ha tentato – con successo – di mettere spalle al muro una giunta regionale che stava governando bene, e che aveva ottime possibilità di essere rieletta; ha messo a soqquadro tutta la politica calabrese creando un grave danno alla regione; è stato smentito decine di volte dalla Cassazione e dai giudici… è proprio indispensabile che resti lì, a spadroneggiare su tutta la vita pubblica? Se un dirigente politico presentasse un bilancio così devastante della propria attività, esisterebbe qualcuno che non ne chiederebbe le dimissioni? Come mai, invece, tra i politici, nessuno chiede che il Csm, o il ministro, o il Parlamento, assumano un’iniziativa per proteggere la Calabria dal ciclone Gratteri?

C’è di più. C’è qualcosa di ancora più inquietante. Il Pd. Riflettiamo un momento: il Pd, che è il partito di Oliverio, di Adamo, di Enza Bruno Bossio, e che conosceva perfettamente l’innocenza dei suoi dirigenti, non ha mosso un dito quando è scoppiato lo scandalo che Gratteri chiamò “lande desolate”. Non so a cosa si riferisse, Gratteri, con quel nome. A me viene in mente il Pd e la procura di Catanzaro. È lì che la desolazione è infinita.

Il Pd non difese Oliverio, Adamo e Enza Bruno Bossio, li abbandonò, intimorito. Non denunciò la manovra per condizionare le vicine elezioni regionali e togliere di mezzo un candidato scomodo come Oliverio. Fece di più: quando arrivò il momento di fare le liste elettorali tagliò via Oliverio e mise al suo posto un signore che veniva dal centrodestra e poi era passato vicino ai 5 Stelle: il dottor Callipo, eccellente imprenditore, ma che francamente aveva poco poco a che fare con la politica e con la sinistra. Il Pd sapeva che in questo modo rinunciava a una probabile vittoria e lasciava il campo libero. Lo fece lo stesso. Perché? Ve lo dico io: in ossequio al signore delle Calabrie. Non c’è nessun’altra spiegazione.

Mi piacerebbe sapere se oggi i vertici del Pd, a Roma, ammetteranno l’errore, porteranno le scuse a Oliverio e gli metteranno a disposizione il partito. Io non so se Oliverio deciderà di candidarsi per le prossime elezioni. Io spero di sì, me lo auguro con tutto il cuore. Anche se è chiaro che questa vicenda giudiziaria lo ha incredibilmente indebolito, sia sul piano politico sia della resistenza umana. Ha subito una gigantesca ingiustizia (dovuta a imperizia o a persecuzione?), e difficilmente potrà riprendersi. Chi, immagino, non riceverà nessun danno dall’errore clamoroso è Nicola Gratteri. Che magari, incoraggiato dal silenzio della politica, ci proverà ancora. Cosa gli costa?

P.S. Bonafede!!! Se esisti batti un colpo. Cosa aspetti a mandare gli ispettori a Catanzaro??? Ricordi che il procuratore generale di Catanzaro, un anno fa, fu punito, degradato e trasferito a 1.000 chilometri di distanza per aver criticato Gratteri. Dunque criticare Gratteri è molto più grave che sbagliare clamorosamente una inchiesta e tentare di arrestare il Presidente della regione?

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Giornalista professionista dal 1979, ha lavorato per quasi 30 anni all'Unità di cui è stato vicedirettore e poi condirettore. Direttore di Liberazione dal 2004 al 2009, poi di Calabria Ora dal 2010 al 2013, nel 2016 passa a Il Dubbio per poi approdare alla direzione de Il Riformista tornato in edicola il 29 ottobre 2019.