La Cassazione ha stabilito, senza rinvio, che Gianluca Callipo, già sindaco di Pizzo Calabro e presidente dell’Anci Calabria, e Giancarlo Naselli, colonnello dei carabinieri in servizio, siano subito rimessi in libertà dopo otto mesi di dura reclusione. Entrambi sono stati arrestati – anzi fermati – nell’ambito dell’inchiesta “Rinascita scott” su richiesta della procura di Catanzaro retta dal dottor Nicola Gratteri. Arrestati in quanto ritenuti anelli fondamentali di un tessuto criminale tra i “colletti bianchi” e la ndrangheta vibonese. Architravi di una struttura criminale. E invece, semplicemente, secondo la suprema corte, non andavano arrestati. Vedremo se l’inchiesta reggerà al processo ma, quantomeno dal punto di vista dei provvedimenti cautelativi, quella che secondo il dottor Gratteri avrebbe dovuto essere “la più grande operazione antimafia dopo quella di Palermo” cade a pezzi. I numeri sono impietosi e infatti dei 334 ordini di arresto spiccati la notte del 19 dicembre scorso ben 203 sono stati annullati e riformati: 51 dal Gip, 123 dal Tribunale della Libertà, 13 dalla Cassazione senza alcun rinvio e 9 con rinvio.

Il Riformista, nel momento in cui altri giornali uscivano con titoli trionfali, ha definito l’inchiesta uno “show” che ha distratto 3000 carabinieri dalla lotta al crimine e ha gravato il contribuente di costi economici non trascurabili. I fatti ci hanno dato ragione, ma è avvilente dover constatare come questi, pur nella loro oggettività, non fanno notizia anche quando sono costati “lacrime e sangue” di innocenti.
Gratteri, ancora una volta, ha dimostrato di essere un autentico genio della comunicazione di massa. Conoscendo i suoi polli, sa che i “grandi” giornali, i parlamentari, il ministro non hanno il coraggio di muovere un solo dito in difesa dello stato di diritto. Qualunque cosa faccia resteranno in silenzio. E così fa lievitare il numero degli indagati portandoli a 479 e pretende una struttura faraonica per celebrare il “suo” processo.

Si muove il Ministero, la Regione Calabria, l’onorevole Morra ed il dottor Gratteri viene subito accontentato: la maxi struttura è già in fase di allestimento. E possiamo immaginare (e più di noi immagina l’interessato) che spettacolo pirotecnico verrà allestito con qualche centinaio di imputati ammanettati o comunque sul banco degli imputati, qualche migliaio di avvocati, un’infinità di mezzi militari con sirene spiegate e lampeggianti accesi. Numerosi operatori della televisione e gli inviati speciali? Ieri il colpo di genio: la nuova maxi operazione “Imponimento” con 158 indagati di cui ben 75 condotti in carcere. Ben 700 gli uomini della guardia di finanza impegnati.

Il “fermo” che di fatto abolisce la figura del Gip sembra essere la specialità della casa, ma non deve mai mancare il politico “importante”, a costo di cercare nella soffitta di nonna Speranza. Può essere un ex parlamentare in disuso come l’avvocato Pittelli nell’operazione “Rinascita scott” oppure un ex consigliere regionale dimessosi nel 2013. Qualcuno bisogna pur darlo in pasto dell’opinione pubblica assetata di manette e di sangue e il “politico” è la ciliegina sulla torta. E se un giorno lontano le sentenze dimostrassero che sono stati arrestati degli innocenti come è successo mille volte nelle operazioni di Gratteri? Nessun problema. Tutti (o quasi) faranno finta di non accorgersi o di non ricordare, esattamente come hanno fatto sino a questo momento. Probabilmente se ne ricorderanno (eccome) i bambini di Gianluca Callipo e di tanti innocenti che hanno avuto la vita distrutta.