Nel “Si&No” del Riformista spazio al caso Santanché: deve dimettersi? Favorevole Walter Verini, senatore del Partito democratico, secondo cui “è necessario chiarire i fatti soprattutto nel rispetto delle istituzioni“. Contrario Raffaele Nevi, vicepresidente vicario del gruppo Forza Italia alla Camera dei Deputati. “Viva il garantismo: basta usare la giustizia per scopi politici” sottolinea.

Qui il commento di Raffaele Nevi:

È facile intuire il perché no di Forza Italia alle dimissioni da Ministro del Turismo di Daniela Santanché. Forza Italia ha nel suo Dna il garantismo, è uno dei suoi principi fondanti, una parte della grande eredità che ci ha lasciato il presidente Silvio Berlusconi. Noi siamo garantisti sempre, con tutti, non a giorni alterni, e il nostro garantismo prescinde dalle appartenenze politiche, perché chi è veramente garantista lo è con tutti e sempre. Per questo mai, nella nostra storia, abbiamo usato questioni giudiziarie per abbattere il ‘nemico’ politico, cosa ben diversa, direi opposta, fatta dai nostri avversari.Lo siamo stati, per esempio, anche nei riguardi del Movimento dei Cinque Stelle, giustizialisti con tutti e assolutori nei confronti di sé stessi. Nessuno, dico nessuno, può ergersi a interprete primario della giustizia che deve fare il suo corso, nel solco della presunzione di non colpevolezza che per noi è un valore irrinunciabile.

La politica va rispettata, così come la giustizia. Non si può brandire un processo, un capo d’accusa, per colpire chi non si riesce ad abbattere politicamente in altro modo. Il nostro Presidente Silvio Berlusconi ne è un chiaro esempio. Un dispendio di energie, risorse pubbliche, tempo senza eguali, solo per cercare di consegnare una sentenza già scritta. Non ripetiamo gli stessi errori. Così si rovina la vita delle persone ma si distrugge anche quella dell’intero Paese. Fatta questa corposa premessa è facile capire perché abbiamo lo stesso atteggiamento per la Ministro Daniela Santanché. Che come tutti sanno ha comunque dato la sua piena disponibilità a riferire in Parlamento su quanto le viene addebitato (e questo accadrà nei prossimi giorni).

Dispiace solo, e tanto, che ci sia chi, in Parlamento, stia usando un’inchiesta giornalistica per armare una campagna politica e mediatica contro un intero Governo. Quel che più rammarica è che si continua ad avvelenare il clima senza considerare quello che è successo negli ultimi 30 anni in Italia. Persone distrutte, imprese danneggiate politici di assoluta capacità linciati sulla pubblica piazza e poi tutti assolti. Un ministro va giudicato per quello che fa. Meglio, se fa bene o meno il suo lavoro, se i provvedimenti che assume o elabora sono utili per il settore di cui si occupa. È su questo che l’opposizione dovrebbe essere incalzante, non fare sconti, intervenire nel merito delle cose, invece di brandire una inchiesta giornalistica di un programma tristemente noto per diverse imprecisioni. Il M5S non ci sorprende più, o almeno non ci sorprende più di tanto. Ha fatto del giustizialismo becero e urlato uno dei suoi principi fondanti. Il Partito Democratico invece mi pare abbia scelto di tornare sulla via del giustizialismo che lo ha contraddistinto nei primi anni 90, e questo preoccupa non poco.
Noi di Forza Italia attendiamo che la Magistratura faccia il suo corso. Il Ministro Santanchè deve essere giudicato per come fa il Ministro, per come esercita la sua funzione.

Dall’inizio della Legislatura, per quanto ci riguarda, sta facendo molto bene. Siamo decisi a sfruttare tutto il potenziale del turismo in Italia, cosa mai successa in passato con il Centrosinistra, ed il Ministro Santanchè lo ha ribadito in tutte le sedi. Io penso che i cittadini vogliano un Ministro che faccia gli interessi del nostro Paese. Io penso che l’Italia abbia bisogno di rilanciare un settore come il turismo che è il nostro brand nel mondo, fiore all’occhiello del nostro Paese. C’è tanto da fare per l’Italia, perdere tempo è un lusso che il Parlamento non può concedersi. È anche su questo che si misura la responsabilità di una classe politica.

Raffaele Nevi

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