Scontro in Italia e a Bruxelles
Scissione nel Movimento 5 Stelle, quattro eurodeputati lasciano il gruppo: si apre lo scontro finale
Non solo lo strappo in Parlamento su Mes e nuovo decreto sicurezza, con la fronda di 58 parlamentari contrari all’approvazione della riforma del Fondo salva stati e della modifica degli ex decreti firmati Salvini. Il Movimento 5 Stelle vive una vera e propria battaglia interna anche in Europa, dove si registra oggi la scissione nel gruppo con quattro europarlamentari che lasciano il Movimento.
Si tratta a tutti gli effetti di un terremoto annunciato da tempo, dopo mesi di tensioni crescenti per la linea seguita dal Movimento 5 Stelle su temi come ambiente, economia e diritti. A lasciare non solo il gruppo ma anche il ‘partito’ sono Ignazio Corrao, Piernicola Pedicini, Rosa D’Amato ed Eleonora Evi, l’ala del movimento più vicina ad Alessandro Di Battista, il leader degli ‘ortodossi’ pentestellati. Tre di loro erano già stato sospesi a giugno dai probiviri del Movimento.
Una scelta che però lo stesso Di Battista, almeno sulla carta, non sembra fare propria: commentando un lungo post su Facebook di Ignazio Corrao in cui quest’ultimo annunciava la fuoriuscita da gruppo parlamentare e Movimeno, Dibba chiarisce che “questa vostra scelta mi dispiace e come ti ho detto tante volte per me è un errore”.
Una decisione che secondo Pedicini “è stata necessaria dall’impossibilità di portare avanti con coerenza la difesa di questi temi, all’interno della delegazione del M5S, il cui operato oggi diverge irrimediabilmente sia dall’impegno preso con gli elettori che dalle aspirazioni originarie del Movimento”. Da parte sua Corrao ricorda invece come con la scomparsa di Gianroberto Casaleggio è partito “un lento a inesorabile percorso di snaturamento”, ulteriormente aggravato dall’alleanza italiana con Matteo Salvini con cui qualcosa si è “rotto irreparabilmente”.
Ora per Corrao, Pedicini, D’Amato ed Evi, che rappresentato un terzo del gruppo 5 Stelle all’Europarlamento (composto 14 deputati), sembrano aprirsi le porte dei Verdi, gruppo parlamentare con cui hanno condiviso diverse battaglie.
L’uscita dei quattro dissidenti apre anche il confronto all’interno dei grillini sul futuro dei restanti dieci eurodeputati, che devono cercare ospitalità in qualche altro gruppo. Secondo un retroscena de La Stampa, sarebbe già partito il ‘corteggiamento’ da parte dei socialisti-democratici, gruppo di cui fa parte il Pd alleato di governo.
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