L’11 gennaio doveva essere il grande giorno del rientro a scuola al 50% degli studenti delle scuole superiori. Lo aveva stabilito il Consiglio dei ministri lo scorso 4 gennaio. Ma la riga del via è andata deserta da molte regioni: più che una ripartenza si è trattato di una falsa partenza. Solo in 3 regioni hanno seguito le indicazioni del Governo: Toscana, Valle d’Aosta e Abruzzo. Altre 16 hanno rimandato.
I presidenti di Regione hanno aspettato fino all’ultimo i dati sul contagio arrivati venerdì 8. A quel punto era troppo tardi per avviare la difficile macchina che consente agli studenti di tornare in classe in sicurezza. Convince poco il modello del governo per rientrare in classe. A spingere verso lo stop anche l’aumento dei contagi. Quindi in modo più o meno plateale i presidenti di regione hanno deciso di remare contro la ministra Azzolina e dire “no, grazie” al suo piano.
Così Nicola Zingaretti non aprirà prima del 18 in Lazio, Stefano Bonaccini ha prorogato la Dad in Emilia Romagna fino al 28 e Vincenzo De Luca ha detto che in Campania bisognerà aspettare per valutare il numero dei contagi per decidere se tornare il 18 o 25 come preannunciato o anche rimandare questo momento. Michele Emiliano in Puglia mantiene la delega della Didattica integrata per le famiglie che non si fidano a mandare a scuola i figli fino al 17 gennaio. Conferma la riapertura oggi invece la Toscana di Eugenio Giani, complice anche la buona condizione epidemiologica illustrata nell’ultimo monitoraggio Iss.
Per ora in molte regioni sono tornati in classe solo gli alunni delle primarie e delle prime classi delle elementari, gli altri a casa con la didattica a distanza. A preoccupare sono soprattutto le notizie incerte sui contagi. L’ Iss ha più volte ribadito che solo il 2%dei focolai sarebbe partito a scuola durante le riaperture autunnali. Tuttavia i dati scarseggiano ad esempio per la possibilità di contagio sui mezzi pubblici e non ha convinto affatto la decisione del Governo presa prima dell’arrivo dei report della Cabina di Regia. E quindi in tanti hanno deciso per la prudenza.
Intanto in Italia studenti e genitori scendono in piazza scissi tra pro e contro Dad. I docenti sembrano per lo più preferire il prosieguo dell’insegnamento online. L’unica cosa certa in mezzo a tanta incertezza è che i più giovani stanno pagando un costo enorme in termini di apprendimento e qualità della vita.
IL CALENDARIO DEL DIFFICILE RIENTRO IN CLASSE
Abruzzo: in classe dal 11 gennaio
Basilicata: Dad fino al 30 gennaio
Bolzano: in classe già dal 7 gennaio
Calabria: 1 febbraio
Campania: ritorno graduale, medie e superiori dal 25 gennaio da valutare in base ai contagi
Emilia Romagna: in classe dal 25 gennaio
Friuli Venezia Giulia: didattica integrata fino al 31 gennaio
Lazio: superiori in Dad fino al 18 gennaio
Liguria: si prosegue in Dad fino al 18 gennaio
Lombardia: in classe dal 25 gennaio
Marche: Dad fino al 31 gennaio.
Molise: si riparte il 17 gennaio
Piemonte: superiori in classe dal 17 gennaio
Puglia: didattica integrata fino al 16 gennaio
Sardegna: rientro il 1 febbraio
Sicilia: gli studenti delle superiori restano i Dad fino al 30 gennaio
Toscana: ritorno in classe per le superiori l’11 gennaio
Trento: studenti tornati già dal 7 gennaio
Umbria: classi aperte dal 25 gennaio
Valle d’Aosta: confermato il rientro l’11 gennaio
Veneto: studenti in Dad fino al 31 gennaio
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