L’assunzione di 70mila tra docenti e personale scolastico potrebbe non bastare per consentire la riapertura degli istituti scolastici in Italia prevista il prossimo 14 settembre. Con il ‘dibattito’ ancora in corso sui nodi irrisolti come mascherine, trasporti, aule e test sierologici, sul rientro si abbatte infatti l’allarme che arriva dalle richieste di esonero dai professori che rientrano nella categoria dei “lavoratori fragili”.

Una definizione che per legge fa rientrare chi è affetto da più patologie contemporaneamente, gli immunodepressi, i pazienti oncologici, ma anche coloro che hanno 55 anni e che avranno dal proprio medico il via libera alla “sorveglianza sanitaria eccezionale” prevista dalle regole generali di tutela dei lavoratori dal Covid-19, emesse nei mesi scorsi per proteggere chi potrebbe avere conseguenze gravi da una possibile infezione.

A rimarcare il nuovo allarme è il Corriere della Sera che fa l’esempio di tre regioni: Veneto, Campania e Liguria. Nella prima sarebbero centina le lettere di docenti inviate ai presi per chiedere di essere esonarati dal servizio, come riferito dalla direttrice dell’Ufficio scolastico del Veneto Carmela Palumbo. In Campania, nella Salerno del governatore De Luca, le richieste sono già una trentina.

Ulteriore problema è che lo smart working per questi docenti “fragili” è di fatto impraticabile, così c’è chi avanza l’ipotesi che i docenti che hanno chiesto l’esonero possano lavorare con gruppi di studenti più piccoli. Tutte ipotesi ovviamente, perché l’unica cosa certa è che attualmente mancano delle linee guida definite su quali patologie rientrano nella categoria dei lavoratori fragili e su come comportarsi.

Sullo sfondo ci sono quindi tutti i fattori per rendere il 2020 l’anno record delle supplenze, che potrebbero essere ben 250mila secondo il Corsera. Soltanto a luglio la ministra Azzolina aveva infatti annunciato soddisfatta 85mila assunzioni per le sostituzioni di colleghi andati in pensione, ma secondo i sindacati appena il 30 per cento sarebbe andato a buon fine, riferiscono i sindacati.

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