Il Ministero della Giustizia, con protocollo del 29 luglio, ha comunicato l’«adeguamento degli importi del diritto di copia e di certificato». L’aumento entrerà in vigore dal prossimo 18 agosto e comporterà un nuovo incremento dei costi della giustizia. In particolare, a schizzare sarà l’importo del diritto di copia su supporto cartaceo che aumenterà del 50%. Ora è vero che l’aumento è varato dal Ministero secondo quanto prevede il Testo unico in materia di giustizia, in base al quale la misura degli importi del diritto di copia e del diritto di certificato «viene adeguata ogni tre anni» tenendo conto della variazione degli indici dei prezzi al consumo accertata dall’Istat riferita al triennio precedente, ma è altrettanto vero che di questo passo la giustizia sembra diventare sempre di più un lusso per pochi, un diritto solo per i ricchi. Sulla scorta dei nuovi aumenti il diritto di certificato costerà 3,92 euro, mentre i diritti di copia su carta costeranno il 50% in più, fino a 88,44 euro per provvedimenti di 100 pagine, a cui andranno sommati 35,37 euro ogni ulteriori 100 pagine o frazioni di 100 nel caso di copie richieste con urgenza (il che comporta costi triplicati), e 29,48 euro più 11,79 euro per ogni ulteriori 100 pagine o frazioni di 100 nel caso di copie non urgenti.

«Questo provvedimento brilla per intempestività», commenta l’avvocato Antonio Tafuri, presidente dell’Ordine degli avvocati di Napoli sottolineando come un simile incremento appaia poco parametrato ai servizi del settore giustizia e alla situazione economica attuale dovuta anche alla pandemia. «È un provvedimento intempestivo per il momento in cui è stato approvato e in cui entrerà in vigore – aggiunge Tafuri – e che manca di coerenza con i servizi che vengono resi dalle cancellerie laddove in tutta Italia, e non soltanto a Napoli, le cancellerie funzionano solo su appuntamento, quindi con tempi rallentati e con ulteriori oneri a carico degli avvocati, e funzionano a scartamento ridotto, anche su quantità diverse dal passato perché molte attività di cancelleria sono demandate agli avvocati». Una giustizia per ricchi, quindi? «Sembra un provvedimento quasi finalizzato a essere un ulteriore ostacolo al ricorso delle persone comuni alla giustizia – commenta il presidente degli avvocati napoletani – Ormai è difficile sia l’accesso alla giustizia, per via dei costi di introduzione alle cause che sono altissimi, sia il mantenimento delle cause per via dei costi per gli adempimenti necessari, copie degli atti e così via».

Se poi c’è bisogno di atti con urgenza bisogna considerare spese triplicate, e il problema è che si tratta di spese che hanno sempre meno il carattere dell’eccezionalità e sempre più quello dell’ordinarietà. «Il costo dell’urgenza è diventato quasi un un costo normale, perché siamo quasi sempre costretti a chiedere l’urgenza, altrimenti i tempi sono tempi lunghi e mai compatibili con le nostre necessità professionali», spiega l’avvocato Tafuri. Basti pensare che per avere la copia esecutiva di una sentenza ci vogliono dalle due settimane ai venti giorni, mentre chiederla con urgenza, a costi triplicati, riduce l’attesa a uno o due giorni. «Da qualche mese – aggiunge Tafuri – c’è la possibilità di chiedere le copie esecutive delle sentenze telematicamente e senza costi, ma l’effetto positivo di questa misura finisce per essere annullato dai tempi di attesa che sono comunque lunghi». La giustizia, quindi, sembra andare sempre più nella direzione di un servizio di élite. «E con la riforma del processo civile in cantiere forse la forbice aumenterà ancora di più – conclude Tafuri – perché imporre, come pare che si farà, che l’atto introduttivo contenga tutto, dalle deduzioni a tutti i documenti e le richieste istruttorie, è una misura che favorisce gli enti più organizzati, le imprese più grandi e chi ha a disposizione un’organizzazione che può facilmente impostare le cose in un certo modo, non sicuramente il singolo cittadino che va dall’avvocato, racconta un fatto e non ha tutti i documenti immediatamente a disposizione». (viviana lanza)

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Napoletana, laureata in Economia e con un master in Marketing e Comunicazione, è giornalista professionista dal 2007. Per Il Riformista si occupa di giustizia ed economia. Esperta di cronaca nera e giudiziaria ha lavorato nella redazione del quotidiano Cronache di Napoli per poi collaborare con testate nazionali (Il Mattino, Il Sole 24 Ore) e agenzie di stampa (TMNews, Askanews).