Lucca 2021 – Alla mostra “I pittori della luce” Vittorio Sgarbi presentava un “inedito” di Rutilio Manetti, un dipinto caravaggesco restaurato del XVII secolo dal valore di diverse centinaia di migliaia di euro. L’opera, intitolata “Cattura di San Pietro” attira la curiosità degli intenditori, e anche quella dell’Interpol, nella cui banca dati figurava come “rubata”. Immediatamente riconoscibile, se non fosse per un dettaglio, una candela: assente nel dipinto originale, presente in quello esposto.

L’inchiesta sulla vicenda viene lanciata e spiegata da il Fatto Quotidiano e Report, e mira a far luce sul presunto furto dell’opera, sul lavoro di restauro e su una probabile nuova vicenda giudiziaria destinata a coinvolgere il sottosegretario.

La proposta d’acquisto, poi il furto del dipinto. La proprietaria: “Pensavo valesse 25mila euro”

La “Cattura di San Pietro” nel 2013 si trovava in un castello di Buriasco, vicino a Pinerolo. Era di proprietà di Margherita Buzio, un’anziana signora che aveva già conosciuto Sgarbi, così come il suo amico Paolo Bocedi, al momento della proposta di acquisto del quadro, rifiutata con un secco “no”. Nello stesso anno la signora subì il furto della tela. “C’erano diverse opere, ma quella fu l’unica portata via. I ladri entrarono indisturbati durante la notte, approfittando del fatto che il Castello fosse chiuso da pochi mesi – racconta -. Hanno superato il muro, attraversato il fossato e infranto la catena del cancello. Dopo aver attraversato il cortile interno, sono giunti alla sala da pranzo, dove si trovava il dipinto”.

Al suo posto, venne collocata una foto stampata su un telo di plastica e fissata con delle graffette. Nonostante la denuncia della signora, il caso fu archiviato dalla procura di Pinerolo. Neppure la Buzio sapeva il reale valore dell’opera: “Mi avevano detto 25 mila euro”. Il suo dipinto è poi riapparso, alla mostra di Sgarbi 10 anni dopo, ma con una candela che non c’era e come “inedito” di sua proprietà.

La difesa di Sgarbi

Sgarbi sostiene che il dipinto si trovava nella villa Maidalchina di Olimpia Pamphilij, vicino a Viterbo, ora proprietà della Fondazione Cavallini Sgarbi. L’ex proprietario Luigi Achilli ricorda la vendita agli Sgarbi nel 2000: “Era già un rudere abbandonato, tutto aperto, non c’era neppure un cancello o una recinzione. Era alla mercé di tutti”. E così è rimasta oggi, come ha confermato anche Mauro Galeotti, giornalista e storico di Viterbo che nell’inchiesta dice francamente: “Era stata abitata da contadini, vi pare avrebbero lasciato dei dipinti?”.

La testimonianza del restauratore

Ma a svolgere un ruolo chiave nella vicenda, è Gianfranco Mingardi, restauratore di 68 anni con una lunga collaborazione con il critico-collezionista, rivela un retroscena significativo. Nel 2013, su richiesta di Sgarbi, restaurò un dipinto che gli è stato consegnato a Rovato, arrotolato e senza telaio. Mingardi aveva notato la peculiarità della situazione e chiesto una prova di proprietà, non fornita da Sgarbi. Nonostante ciò ha completato il restauro, restituendo l’opera nel dicembre 2018. La testimonianza di Mingardi è diventata rilevante nelle indagini, portando i carabinieri del Nucleo tutela dei Beni culturali di Roma a interrogarlo a lungo come persona informata dei fatti. Mingardi per cinque anni non ne aveva saputo più nulla, poi la chiamata di una funzionaria della sovrintendenza che gli mostra una foto del dipinto restaurato chiedendogli se fosse lo stesso. Mingardi riconosce l’opera, ma nota una discrepanza: una candela in alto a sinistra non presente al momento del restauro.

L’aggiunta della candela

Convinto che sia stata dipinta o fatta riemergere successivamente, Mingardi sostiene che il dettaglio fu aggiunto con l’intenzione di renderlo abbastanza diverso da poter affermare che non si tratta del dipinto rubato. Comparando la foto allegata alla scheda dell’Interpol con l’opera esposta da Sgarbi a Lucca, si evidenziano ulteriori differenze, come le misure diverse del dipinto, ridotto di 15 cm per lato. L’inchiesta del Fatto Quotidiano e Report sarà trasmessa sulle reti Rai domenica prossima: per fa luce non basterà una candela.

Redazione

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