Un mese dopo
Sharon Verzeni, strade chiuse per trovare l’arma: si cerca nei tombini. La possibile testimonianza chiave dell’uomo in bicicletta
Racconta di aver detto tutto, tutto quello che sapeva. Da giorni fa avanti e indietro dalla caserma dei carabinieri di Bergamo dove continua ad essere ascoltato: “Se mi chiamano e posso dare una mano vado volentieri”. Sergio Ruocco era il compagno di Sharon Verzeni, uccisa da un ignoto la notte tra il 29 e il 30 luglio scorso a Terno d’Isola. Il 37 enne, idraulico (tornato al lavoro da poco nell’azienda di Seriate in cui è dipendente da oltre 20 anni) ha parlato a Repubblica: “Non riusciamo a capire chi le avesse voluto fare del male, non riusciamo ad immaginare niente”.
Le ipotesi sul tavolo
Le uniche ipotesi sul tavolo sono quelle di un cline del bar dove lavorava prima al pomeriggio e poi alla mattina negli ultimi due mesi: “Qualcuno che le ha dato fastidio, ma al bar vanno persone normali, non è un posto malfamato. E se pur è vero che continuava a fare lavoretti a domicilio come estetista, andava da persone che conosciamo bene, tutti parenti magari alla lontana o conoscenze stretta”. Resta quindi il dubbio che possa essere stata scambiata per un’altra persona, mentre si continuano ad ispezionare tracce della sua vita privata per trovare qualsiasi dettaglio utile alle indagini: “Pochi giorni fa è stato prelevato il pc, era sul tavolo la sera che sono venuti a casa, lei non lo usava quasi mai, faceva tutto col telefono. Io invece solo ogni tanto. Su Scientology invece sono voci che girano, più che altro per la vicinanza di alcune sue colleghe. Sharon aveva fatto un corso basato sul lavoro che le avevano fatto fare i titolari del bar. Lì avrebbe conosciuta una o due persone con cui parlava ogni tanto”.
L’identità dell’uomo in bicicletta. Da stamattina si cerca l’arma
È passato quasi un mese, ma il suo ultimo percorso in strada tra buchi neri delle telecamere e passanti non ancora identificati, resta difficile da costruire. Non ci sono immagini, nessuno ha visto, altri potrebbero aver paura a parlare. Il cerchio degli investigatori si sta stringendo mentre nelle scorse ore è stata scoperta l’identità di un uomo ripreso in bicicletta quella notte, percorreva contromano la via dell’omicidio, ma non si è mai rivolto ai carabinieri. Potrebbe essere un testimone chiave delle prossime ore. Oltre a lui però restano ancora dieci persone da identificare. Finora il contenuto delle dichiarazioni dell’uomo con le forze dell’ordine non è stato ancora reso noto, ma da questa mattina i militari dell’Arma stanno scandagliando strade e tombini per verificare se si trovi proprio lì il coltello usato dal killer, ancora a piede libero.
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