La caccia a Ignoto 1 è partita. A poco più di due settimane di distanza dal barbaro omicidio di Sharon Verzeni, la 33enne barista di Terno d’Isola (Bergamo) accoltellata in strada mentre passeggiava in via Castegnate poco dopo la mezzanotte del 30 luglio scorso, i carabinieri hanno iniziato a profilare il Dna degli abitanti della piccola cittadina bergamasca (8mila residenti circa), in particolare quelli che vivono nella vita dove Sharon è stata aggredita e uccisa con quattro coltellate.

Sharon, metodo Yara: test dna a residenti

In attesa del rapporto dei carabinieri del Ris di Parma, che stanno analizzando gli abiti indossati dalla donna e le tracce biologiche trovate sul suo corpo, la procura bergamasca sta adottando lo stesso metodo utilizzato a Chignolo D’Isola (che si trova ad appena 3 km da Terno d’Isola) dove nel febbraio 2011 venne ritrovato il cadavere di Yara Gambirasio, 13 anni, scomparsa da tre mesi. All’epoca furono ben 22mila i dna raccolti per arrivare all’identità, tre anni dopo l’omicidio, di Massimo Bossetti, condannato in via definitiva all’ergastolo.

Omicidio Sharon, residente: “Ben vengano questi controlli”

Un residente ha raccontato all’Eco di Bergamo la circostanza: “Hanno fatto il test del dna a mia moglie e anche io mi sono sottoposto quando me l’hanno chiesto. Per il test siamo andati in caserma. Nessun problema, non abbiamo nulla da nascondere. Anzi, ben vengano questi controlli”. Finora, ne sono state acquisite “alcune decine” ma stando a quanto riporta il Corriere della Sera, il parametro utilizzato in questa circostanza è diverso rispetto al caso Yara: non si tratterebbe, al momento, di screening a tappeto ma “le convocazioni, a quanto risulta, avvengono sulla base di parametri che sono indipendenti dal luogo di residenza e dall’appartenenza alla cerchia relazionale della vittima”.

Omicidio Sharon, l’alibi di ferro del fidanzato e le ricerche nel cellulare

Un vero e proprio giallo quello dell’omicidio di Sharon Verzeni. Ad oggi le telecamere presenti nella zona non avrebbero fornito alcun contributo concreto ai carabinieri. Carabinieri che sono stati avvertiti dalla stessa vittima, prima di accasciarsi a terra e morire poco dopo. Anche i primi testimoni giunti sul luogo dell’aggressione non hanno visto l’assassino scappare. Una delle ipotesi al vaglio potrebbe quindi essere quella che la persona abiti nelle vicinanze. Al vaglio anche il cellulare della 33enne per ricostruire le sue ultime ore di vita ed eventuali contatti avuti poco prima di uscire di casa per la solita passeggiata notturna mentre il fidanzato, Sergio Ruocco, dormiva e ha raccontato di non essersi accorto di nulla. Ascolto due volte dai carabinieri, l’ultima nelle scorse ore, l’uomo ha un alibi di ferro: era a casa a dormire e le telecamere dalla visione delle telecamere dei vicini di casa, quella notte ad uscire di casa è stata solo Sharon.

 

 

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