L'incontro e la strage perché Kiev e come la Groenlandia
Chi è Witkoff, il palazzinaro diventato ambasciatore che gioca a poker con Putin e non vede i bluff sull’Ucraina
Il braccio destro di Trump incontra il presidente russo per un accordo sulla tregua, ma lo zar poche ore dopo fa strage a Sumy

Mister Witkoff incontra Putin a San Pietroburgo per vedere di rappezzare un accordo sull’Ucraina. Chi è Witkoff? Un americano che non ha nulla a che fare con la diplomazia, che si è occupato in vita sua soltanto di costruzioni e di edilizia, un supermiliardario che è anche uno stratega. Marco Rubio, segretario di Stato, non dà segni di gelosia e conferma che Witkoff è un uomo irresistibile, abile nella trattativa e con il potere di far sentire i propri interlocutori come se fossero miliardari. Witkoff è grigio, senza segni particolari, occhi chiari, completo chiaro, capelli grigi e colorito roseo. Per mantenere le distanze, Dmitrij Peskov, portavoce del Cremlino, aveva detto di non essere sicuro che Putin volesse incontrarlo. Poi l’incontro c’è stato e poche ore dopo i soldati di Putin hanno fatto strage a Sumy.
Witkoff, il palazzinaro chiamato a mediare sulle guerre
La diplomazia americana, che per quarant’anni ha fatto la guerra a Mosca, è frustrata e concorda nel dire che Trump ha una vera mania nel trasformare in diplomatici i suoi amici palazzinari, perché esperti nel trattare e fare affari con altri palazzinari senza avere la più pallida idea di chi sia Vladimir Putin (che pure ha già incontrato), master dello spionaggio, un professionista nell’imbroglio, nella manipolazione e abile nel sussurrare per confondere. Witkoff aveva cominciato a trattare tra Israele e Hamas ai tempi del presidente Joe Biden, ottenendo la prima fragile tregua. Ora si sta occupando dell’Iran, e a Riad ha consegnato agli iraniani una lettera autografa di Trump in cui dice con garbo al governo dell’Iran che se non si sbriga ad accettare un accordo sul nucleare militare, Donald raderà al suolo tutti i siti nucleari iraniani. Su questo punto Putin ha subito dato segni di nervosismo, avvertendo che la Russia reagirà. Dunque, l’incontro di San Pietroburgo non parte sotto un cielo sereno.
Trump e il bluff di Putin
Witkoff è riuscito a non mandare in bestia Marco Rubio, formalmente capo della diplomazia americana che per anni ha dato del “criminale assassino” a Putin, rendendosi inutilizzabile. Witkoff aveva incontrato due giorni fa a Washington l’ambasciatore russo per preparare l’incontro, poi è decollato da Miami per atterrare a San Pietroburgo, dove si trova Putin. La mossa di mandare il fido Witkoff, con cui Trump è in affari e amicizia da quarant’anni, è stata decisa quando il presidente americano ha dichiarato di essere “pissed off”, più o meno incazzato nero, con Putin perché si sente giocato dal russo dopo la famosa telefonata in cui prometteva tregua e trattative.
Ucraina come Groenlandia
Stati Uniti e Ucraina pretendono fatti: un’immediata tregua per arrivare al negoziato. In genere Putin risponde accettando con un “sì, ma”, dove il “ma” consiste nella pretesa di veder accettato dall’America, prima di trattare, il fatto che l’Ucraina faccia parte della sfera d’influenza russa, così come la Groenlandia – dice Putin – fa parte di quella americana. È difficilissimo che Putin accetti l’idea di un preventivo cessate il fuoco per poi trattare, perché pretende la vittoria globale prima del cessate il fuoco locale. Su questo punto Witkoff è andato a cercare di smuoverlo, e Trump ha minacciato la Russia di nuove sanzioni che bloccherebbero il commercio di petrolio con Cina e India, che gli consente di finanziare la guerra in Ucraina. Guerra che è in stallo perché gli ucraini hanno ripreso fiducia e ricevono armi americane. Quindi Putin dovrebbe essere costretto a scegliere il male minore, ma a questo gioco arriva ben preparato e allenato a trattare con gli americani che lui considera “buffi”.
La partita di poker
La partita di San Pietroburgo è una lunga mano di poker tra la spia diventata imperatore e il magnate diventato ambasciatore. Witkoff è l’americano che parla forte e chiaro, “loud and clear”: sorride cordialmente ma con una mano sulla pistola. Dall’altra parte Putin è un giocatore con i nervi d’acciaio che sospira, riflette, cambia discorso e deposita, nelle pause, uova avvelenate. Trump esige un accordo sull’Ucraina perché senza di quello non potrà riammettere la Russia nel salotto buono degli affari. E Putin è deciso a prendersi sia l’Ucraina che tutti i vantaggi che Trump gli offre in barba alla tradizione atlantica e alle vecchie alleanze.
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