Il silenzio non ha innocenti. Per 24 ore dopo la strage di Sumy, condannata in presa diretta dalla Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, il leader leghista Matteo Salvini e quello pentastellato, Giuseppe Conte, si sono morsi la lingua. Hanno atteso un giorno intero per far sapere quanto fossero tristi per l’accaduto. E dire che Salvini, dalle 10 di domenica a ieri pomeriggio aveva twittato cinque volte, parlando di violenza negli stadi e facendo gli auguri per la Domenica delle Palme (tre ore dopo che due missili avevano centrato un pullman di famiglie, tra le vittime due bambini).

Il passo indietro

Tutti gli esponenti politici, leader di partito e semplici deputati, incluso qualche sindaco, hanno alzato i toni per condannare l’attacco missilistico sui fedeli che andavano in chiesa. Tutti tranne due, Conte e Salvini, che hanno fatto ieri sera un ravvedimento operoso, dettando buon ultimi alle agenzie la loro presa di distanza. Meditata, evidentemente, nel volgere di una giornata di riflessione. «Sumy – dice per primo il leader del M5S, Conte – è una strage orrenda, è un attacco assolutamente indegno che calpesta il diritto internazionale umanitario. La condanniamo con la più ferma posizione. Quello che ci sorprende è che tutte queste dichiarazioni, che si affollano e fanno la contabilità dei morti, non considerano invece quel che succede quotidianamente a Gaza. Andiamo a vedere se sono altrettanto indignati questi dichiarazionisti».

Conte calcia la palla in tribuna

Non riuscendo a dare una netta condanna al massacro di Putin, Conte preferisce non citarlo e calciare la palla in tribuna, parlando di Gaza. Dinamica simile nella dichiarazione di Salvini, che arriva su pressione dei giornalisti in Regione Lombardia, a margine di un evento sul nucleare: «Strage terribile, si avvicina Pasqua e speriamo sia di pace e resurrezione anche sul fronte ucraino. Speriamo che Trump riesca nel cessate il fuoco che si è proposto. Ai tavoli di trattative -prosegue Salvini– ci sono russi, ucraini e americani, sicuramente colpire civili e spargere altro sangue non avvicina alla pace. Spero siano le settimane della pace e spero che in Europa nessuno ostacoli un processo di pace complicato, ma doveroso e necessario altrimenti sarà altra morte a oltranza e nessuno vincerà la guerra sul campo. Se Trump riuscirà a imporre il tavolo, il tavolo e il cessate il fuoco farà una grande cosa». Anche qui, per rendere più veloce e diretta la comunicazione il leader della Lega ha dovuto sorvolare sul nome di Putin.

La trattativa a tre

Ha evitato di sottolineare le responsabilità dei criminali di guerra e messo nel calderone della dichiarazione sulla strage lo scenario della trattativa a tre, che nella realtà si allontana, pur di dare a Trump un ruolo di artefice della pace. L’analisi dell’onorevole Lia Quartapelle, del Pd, è chiara: «L’assenza a lungo di dichiarazioni di Conte e di Salvini e l’insistenza da parte di Conte di avere l’ambasciatore russo in Parlamento e da parte di Salvini di un maggior dialogo con la Russia, sono parti di uno stesso disegno. Quello che ha portato alla maggioranza gialloverde e a un loro governo che ha provato a sovvertire la tradizionale posizione del nostro paese nelle relazioni internazionali». Secondo la riformista Dem «Bisogna prendere atto della realtà. La Russia finge di trattare ma in realtà non ha nessuna intenzione di arrivare a una tregua. Ha intenzione solo di infliggere all’Ucraina danni peggiori. Per questo penso che si debba aiutare l’Ucraina a trattare da una posizione di forza. Perché altrimenti diventa un appeasement, quello che si fa. Non è sbagliato provare a capire se ci sono le condizioni per aprire una trattativa, ma non ci si deve illudere. Oggi Trump dice “Si, vero, hanno colpito i civili ma è stato un errore”. Una cosa che non è accettabile da parte di nessuno».

La continua illusione

Rimane che «C’è stato un silenzio tragicamente assordante da parte di Matteo Salvini e Giuseppe Conte. Chi ha voluto illudersi che Trump stesse facendo la pace, continua a illudersi. Ma credo che sia una cecità da rigettare. Sabato Witkoff ha incontrato Putin, domenica un missile di Putin ha centrato un gruppo di persone che si recavano a messa per la domenica delle palme». La visita di Witkoff non deve aver impressionato molto il presidente russo. Lo spiega – a vantaggio forse anche dei suoi compagni di coalizione – il ministro della Difesa, Guido Crosetto. «Il bombardamento su Sumy ha dimostrato che Putin continua quello che ha iniziato oltre 3 anni fa. Lui vuole piegare l’Ucraina e quello sta facendo, non si sono fermati i bombardamenti neanche per mezz’ora in questi oltre mille e cento giorni di attacco della Russia all’Ucraina”. Intervenuto da Bruno Vespa per ‘Cinque Minuti’ su RaiUno, il titolare della Difesa ha aggiunto: «Ho l’impressione che la Russia stia giocando un po’ con la buona fede di Trump che pensava di poter arrivare a una tregua in tempi veloci e, in attesa di questa tregua, continua a bombardare».

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Ph.D. in Dottrine politiche, ha iniziato a scrivere per il Riformista nel 2003. Scrive di attualità e politica con interviste e inchieste.