Nel “Si&No” del Riformista spazio al dibattito sulle elezioni europee: lo sbarramento al 3% va abbassato? Favorevole Marco Rizzo di Democrazia Sovrana Popolare secondo cui diminuire di un punto percentuale l’attuale soglia di sbarramento “sarebbe un elemento di chiarezza e di democrazia contro lo status quo“. Contrario invece Ivan Scalfarotto, deputato di Italia Viva, che sostiene: “Conosciamo il proporzionale (e i suoi limiti): la soglia del 4% va bene“. 

Qui il commento Marco Rizzo:

Le elezioni europee in questo frangente di guerra e di grande crucialità tra presente e futuro assumono un significato particolarmente importante. L’Unione Europea ha dimostrato la sua totale inesistenza nel momento in cui ha piegato quella che poteva essere una politica estera terza rispetto a quella che è il tentativo di ridurre la crisi irreversibile del modello del dollaro e degli Stati Uniti.

I gruppi dirigenti della quasi totalità dei paesi europei hanno di fatto cessato di esistere nel momento in cui, scegliendo la via prima delle sanzioni e poi della guerra contro la Russia, hanno decretato il disastro economico sociale futuro per i propri popoli. Ma comunque – anche chi la pensasse all’opposto – non può non vedere il carattere squisitamente politico di scontro tra modelli di società. Da una parte quello che segue pedissequamente gli USA e la Nato, con annessi cultura woke, politica sanitaria, Big Pharma e modello liberista e globalista. Dall’altra parte una ipotesi con l’Italia per un modello di ritrovata sovranità e multilateralità geopolitica, e quindi con elezioni europee nettamente «politiche». In effetti da sempre queste elezioni sono quelle più politiche tra tutte: non si elegge alcun governo (anche se questa volta ci vorranno raccontare che ci sono differenze anche a livello internazionale tra Meloni e Schlein) così non è, ma certamente quello che viene definito il cosiddetto «voto utile» potrà essere speso con maggiore difficoltà.

Un voto politico perché le elezioni europee oggi non parlano più delle famiglie politiche tradizionali, anche se restano i temi squisitamente politici ed in più il numero ristretto dei partecipanti alla sfida consente di esaltare maggiormente anche le stesse figure della politica. Se il tema «politico» diventa dominante risulta chiaro quindi che l’elemento del pluralismo e della democrazia (dovrebbe) emergere con grande forza.

Da una parte per i nuovi partiti, e nel caso nostro, parlo di Democrazia Sovrana Popolare, c’è una soglia di accesso per la partecipazione altissima – 150.000 firme di cui almeno 3.000 in Val d’Aosta, Molise, Basilicata, Trentino Alto Adige – rendendo quindi molto arduo l’accesso, in più vi è anche un considerevole sbarramento del 4%.
Non si può avere alta sia la soglia di accesso che quella di sbarramento. Altrimenti significa solo consolidare e confermare lo status quo e, personalmente, credo che almeno una riduzione dello sbarramento dal quattro al tre o al due % sarebbe un elemento di chiarezza e di democrazia. Oggi merci molto rare. D’altronde, se si parla di riforma della legge elettorale europea, forse bisogna chiedersi se l’Unione Europea è riformabile. Sono stati degli «errori» di progettazione dei meccanismi finanziari o fiscali? È stata una «ingenuità» aver fatto prima l’unità monetaria di quella politica? Assolutamente no!

Quello che stiamo vedendo, il più spaventoso attacco alle condizioni di vita e dei diritti dei lavoratori, l’impoverimento dei ceti medi, l’aggressione e la spoliazione delle Nazioni, è esattamente il programma che le classi dominanti prefiggevano per l’Europa unita fin dalla sua nascita.

Marco Rizzo

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